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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Paolo Mazzarello allestisce una formidabile impalcatura di fonti, restituendo con uno stile garbato e ironico l'esuberante atmosfera del secolo dei Lumi. Un viaggio nella cultura scientifica dell'Italia del Settecento fra sfide della scienza e congiure di potere.
«Un libro di storia tanto scrupoloso nella ricerca quanto godibile nella lettura.» - Sergio Luzzatto, Corriere della Sera
«Un ottimo testo di storia della scienza, preziosissimo per chi volesse documentarsi sull’evoluzione del pensiero scientifico tramite un caso che esemplifica l’eterno ritorno delle miserie umane.» – Matteo Rucco per Maremosso
Il leggendario mago della sperimentazione, Lazzaro Spallanzani, era un affermato professore di storia naturale a Pavia quando nel 1785 decise di compiere una lunga esplorazione nei territori dell'impero ottomano. Durante l'avventuroso viaggio fece notevoli osservazioni di biologia marina, geologia e ornitologia. Con il fervore di una mente insaziabile, annotò gli usi delle popolazioni locali e l'amalgama di splendore e fatiscenza delle città, partecipando alla vivace vita culturale che ruotava attorno alle ambasciate occidentali. Quando fece ritorno a Pavia, venne investito dall'accusa infamante di aver rubato degli esemplari naturalistici dal museo dell'Università. Alla base di questo complotto vi erano invidie e rivalità accademiche, non così distanti da quelle odierne, ma anche forti contrapposizioni ideologiche. Caduta ogni accusa, la vicenda si concluse con la vendetta dello scienziato ai danni del suo principale detrattore, Giovanni Antonio Scopoli: una rivincita che, tramite reperti finti e sagaci libretti pseudonimi, presentava la stessa precisione e verve creativa delle sue indagini scientifiche. Gli intrighi dei celebri accademici divennero famosi anche all'estero e - come svelano alcuni recenti ritrovamenti documentali - si spinsero fino all'entourage di un anziano Carlo Goldoni.
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La documentatissima ricostruzione del viaggio a Costantinopoli del naturalista settecentesco Spallanzani e della vicenda che lo vide ingiustamente accusato di aver sottratto dei pezzi dal museo dell'Università di Pavia, scritto da un docente di filosofia della scienza. Interessante.
Questa libro, descrivendo vicende di più di due secoli fa, stupisce per l'attualità delle umane miserie trattate. Le "macchine del fango" e l'alterigia di certi personaggi erano in voga anche allora producendo gli stessi, identici, danni di oggi. Sarebbe interessante verificare se la passione per lo sproloquio e per la sopraffazione nei confronti dei propri simili sia prevalentemente italica o interessi anche le culture non latine. Bravissimo Mazzarello per l'accuratezza della ricerca e un bravo anche a chi ha suggerito la grafica del titolo del libro che è leggernmente fuorviante rispetto ai suoi veri contenuti ma ne ha consentito la necessaria visibilità sul mercato.
Goethe era in viaggio per l’Italia, Mozart aveva appena scritto “Le Nozze di Figaro” e Spallanzani si stava gustando un 'anno sabbatico' a Costantinopoli. Purtroppo un’Europa che non c’è più. Intanto a Pavia alcuni professori e assistenti (Scopoli, Scarpa, Fontana, S. Volta), chi per invidia chi per rifarsi delle ‘baronali angherie’ di Spallanzani, tramano per distruggere la reputazione scientifica del loro ‘esimio collega’. Forse un’Europa che c’è ancora. Tornato a Pavia, il mefistofelico naturalista riprenderà in mano le redini della situazione e “disperderà i superbi”. Una terribile beffa scientifica ai danni di Scopoli coronerà il suo successo. Un libro sul settecento italiano scritto con gusto settecentesco. Da leggere.
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