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Un racconto coraggioso incrocia e illumina la nostra storia collettiva, proponendo una fruttuosa resistenza.
Se in questo libro esibisco le mie debolezze personali è perché le trovo rappresentative della più generale debolezza della sinistra. Pago il prezzo dell’esibizione per cercare di spiegarmi le ragioni di un distacco doloroso: la sinistra senza operai.
“Non mi accontenterò dei luoghi comuni sul nostro passaggio dalla politica come trasformazione del mondo alla ricerca di un personale accomodamento nel mondo. Ma accetto la sfida di partire da lì.” In queste pagine dense di coraggio, spregiudicatezza e autoironia, Gad Lerner affronta le sue radici e le sue scelte. Un viaggio che inizia dalle istanze di ribellione del Sessantotto e dalle origini ebraiche – le stesse rinnegate da Marx per abbracciare la causa proletaria – per riflettere sull’intreccio fra rivoluzione e messianismo e sulla possibilità di conciliare fortune personali e lotta per gli ultimi. Ma finisce per comporre un ritratto impietoso della sinistra italiana e della sua soggezione ai poteri economici, che ha reciso il rapporto col mondo operaio. Un racconto che si muove senza sconti sul filo delle contraddizioni, restituendo una ricchezza e una profondità di aspirazioni che non possono essere rinchiuse nell’immagine logora dei “comunisti col Rolex”, ma che di quell’immagine deve necessariamente tener conto. Una galleria di personaggi straordinari – da Bellow ad Antonicelli, da Berlinguer a Soros, da Agnelli a De Benedetti – incrocia la storia del paese – da Lotta continua alla “Stampa” e alla Rai, fino all’ultimo cambio di proprietà di “Repubblica” – e tesse così il filo di una storia antichissima e recente, privatissima e collettiva, per cercare di rispondere alla domanda: che cosa ha voluto dire per la sinistra farsi establishment? E qual è stato il prezzo di questa infedeltà?Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Biografico, senza vergogna. Gad Lerner parla di sè ma in realtà parla dell'Italia, di noi tutti e della nostra mediocrità generalizzata. Parla anche delle sue passioni giovanili, delle sconfitte, dei soldi e della vicinanza inebriante con il potere. Giocando d'anticipo sui suoi detrattori.
Gad Lerner lancia la pietra e non nasconde la mano, anzi ci mette la faccia. In questa sorta di autobiografia parla di se stesso, brevemente del rapporto conflittuale con suo padre, del messianismo, del rapporto di amicizia disinteressato con De Benedetti, dei veri uomini di sinistra non asserviti al potere. Un potere che lui ha saputo ben sfruttare suo malgrado e per il quale è molto criticato. È un libro da leggere perché mette in chiaro chi è Gad: prima di tutto un giornalista di spicco e anche un po' controverso.
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