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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 1995
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Libro non facile da interpretare: il protagonista non è nè morale nè immorale, alla fine solo profondamente umano, con i suoi slanci ed i suoi vizi. Lo si vorrebbe odiare ma è difficile non provare qualche forma di "empatia". E' possibile che in realtà più che un'autobiografia sia una metafora psicanalitica: Marceline e Michel sono in realtà le due personalità o le due anime di una stessa persona: l'uomo adulto nasce ed il ragazzo ingenuo muore, l'uomo completo e trasgressivo si sviluppa "uccidendo" la morale tradizionale e bigotta che lo incatenava. Ben scritto e più profondo di quanto appaia.
Savoir se libérer n’est rien: l’ardu, c’est savoir être libre”. "Saper liberarsi non è niente, il difficile è sapere essere libero". Avevo letto “L’Immoraliste” in francese. L’ho riletto in italiano, e senza nulla togliere alla traduttrice, devo asserire che in lingua originale rende di più. Michel narra in prima persona il cambiamento che si è manifestato in lui durante il viaggio di nozze con Marceline. In Tunisia, terra da lui tanto amata, si ammala di tubercolosi ed è amorevolmente curato dalla moglie. Con la malattia emerge, però, una forte volontà di guarire e, vivere una vita diversa: la sua vera vita, con la consapevolezza che in questa nuova condizione non c’è posto per Marceline. Libro autobiografico, dove il protagonista, in una forma accurata e da grande maestro qual è Gide, racconta la sua vita, ma in modo distaccato, senza emozioni, senza ripensamenti o rimorsi, in modo quasi del tutto naturale. Non c’è coinvolgimento emotivo ma solo i fatti…ed è proprio questo che lo rende “immoraliste”.
Scritto nel 1902, il romanzo condivide molte delle atmostere e dei luoghi dei racconti di Thomas Mann: l'Italia, le montagne della Svizzera, la malattia - vissuta come momento di formazione, di crescita spirituale - le basse pulsioni, le più infime, una buona cultura filosofica e storica, nonchè quella sottile ed imponderabile linea che permette all'omoerotismo di trapassare inconsapevolmente nell'omosessualità. Un buon Bildungsroman (romanzo di formazione), anche se, per quelli che sono i miei gusti letterari, mostra tutti i limiti di quella che è stata la cultura letteraria elitaria dei primi anni del '900: valori e vizi borghesi che si mettono in mostra e chiedono di essere compresi, assecondati, giustificati. Interessante la teoria sulla morte della filosofia: "Lei sa perchè oggi la filosofia e la poesia sono cose morte? Perchè si sono staccate dalla vita. I Greci sì che idealizzavano la sostanza stessa della vita, e la vita dell'artista era già una realizzazione poetica e la vita del filosofo era il mettere in atto la propria filosofia; intimamente unite alla vita, invece di ignorarsi, la filosofia alimentava la poesia e la poesia a sua volta esprimeva la filosofia, creando un tutto estremamente convincente".
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