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Il primo degli inediti perduti e poi rocambolescamente riscoperti
«Mi sono beccato la guerra nella testa. Ce l’ho chiusa nella testa ».
«Scritto di getto, senza che lo stesso Céline riuscisse a metterci mano per una eventuale pubblicazione durante gli anni della sua vita, Guerra è una splendida testimonianza delle conseguenze che può avere sul corpo e sulla mente di un uomo l’aver preso parte ad un orribile conflitto.» - Rossano Astremo
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Leggere Céline è sempre un piacere e una sorpresa. Uno dei maggiori (se non il maggiore) narratore del Novecento mostra anche in questo breve testo la potenza della sua scrittura, la ferocia della sua immaginazione, l'esuberanza del suo sguardo che mescola spietatezza e dolcezza, cinismo e delicatezza. Si capisce tuttavia che è un testo in una fase di stesura preliminare, c'è un senso di incompiutezza stilistica che lo pone al di sotto dei capolavori dell'autore. Comunque una lettura obbligata.
La guerra non è raccontata dalle trincee, bensì dall'ospedale militare di un piccolo paese, Peurdu-la-Lys, ad una quarantina di chilometri dal fronte. In questo ospedale è ricoverato il giovanissimo Ferdinand, alter ego dell'autore, ferito alla testa e gravemente ad un braccio. Nella camerata, dell'ospedale, sono in venticinque, tra feriti, moribondi e amputati, "Almeno uno su tre rantolava". Ferdinand stringe un'amicizia con Bébert/Cascade, che denunciato dalla giovane moglie Angèle, come disertore, viene fucilato. Angèle si prostituisce e soddisfa le voglie sessuali dei soldati inglesi che stazionano nella piccola cittadina, uno di questi è il maggiore Cecil B. Purcell, un cinquantenne molto ricco che porterà con sé in Inghilterra sia Angèle che Ferdinand. Ritornando nella camerata dell'ospedale Céline ci mostra con una lente di ingrandimento, in modo ravvicinato, la sofferenza e l'agonia dei ricoverati. In questo stanzone, oltre a Thanatos, c'è anche Eros, un eros squallido fatto di masturbazioni, anche per la presenza di una infermiera inquietante, L'Espinasse, non più giovane, che masturba i pazienti più gravi e che sembra affetta da necrofilia. Il massimo squallore si ha quando Angèle se la fa con il ricco inglese, in presenza di Ferdinand.
Crudo e sboccato. Non è un romanzo sulla guerra, ma sulla meschinità dell'essere umano.
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