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Quando è apparso per la prima volta, nel 1979, questo libro ha rivoluzionato l'ecologia e gli studi sull'ambiente offrendo finalmente una prospettiva nuova, equidistante dalle ottiche catastrofiste e da quelle improntate a eccessivo ottimismo.
Secondo Lovelock la Terra è Gaia, un unico organismo vivente capace di autoregolarsi e di rispondere a tutti quei fattori nuovi e avversi che ne turbano gli equilibri naturali. La materia vivente non rimane passiva di fronte a ciò che minaccia la sua esistenza: gli oceani, l'atmosfera, la crosta terrestre e tutte le altre componenti geofisiche del pianeta si mantengono in condizioni idonee alla presenza della vita proprio grazie al comportamento e all'azione degli organismi viventi, vegetali e animali. Lovelock offre così un'alternativa alle concezioni di chi vede la natura come una forza primitiva da sottomettere o conquistare; o di chi considera la Terra come una nave spaziale impazzita, che ruota senza meta nel cosmo.
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Tali sono le considerazioni di Lovelock in questa sua opera (forse la più conosciuta): „La maggior parte degli scienziati preferisce considerare la Terra ancora come una palla di roccia inumidita dagli oceani. Secondo loro, noi e il resto degli esseri viventi siamo solo dei passeggeri che si sono adattati alle condizioni che hanno trovato. Ci vedono come dei viaggiatori che hanno intrapreso un lungo viaggio per mare, che possono abbellire le loro cabine, ma mai interferire con la rotta della nave. Se hanno ragione, e la Terra è così, allora potrebbe non importare che cosa facciamo per sopravvivere finché non inquiniamo la Terra tanto da mettere in pericolo noi stessi, i raccolti e il bestiame. E se invece la Terra fosse un „superorganismo“? In esso le speci sono sacrificabili. Se una di esse insozza il nido, col tempo la selezione naturale la spazzerà via e lascerà il nido pulito. Se la Terra è così, e vogliamo sopravvivere, dobbiamo modificare il nostro cuore e la nostra mente e imparare a essere parte di Gaia, e non separati da essa. Gaia è una teoria da cui potrebbe emergere una teologia morale. Nel sottolineare l'importanza di tutti i viventi, a parte gli esseri umani, può sembrare che io sia indifferente ai bisogni dell'uomo. Non è così. Però per sopravvivere dobbiamo prenderci cura della Terra. Non c'è diritto di possesso per nessuno su questo pianeta, neppure per una specie“.
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