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Anno edizione: 2020
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Come la fiamma che costantemente si sottrae, mobile e sfuggente, Flashover è un libro ibrido, che eccede qualsiasi definizione perché coincide solo con se stesso.
«Giorgio Falco ricostruisce, in un'opera inclassificabile, l'incendio doloso che nel 1996 distrusse il teatro veneziano della Fenice. Una metafora. Anzi, più di una semplice metafora: una riflessione filosofica sull'oggi» - Daniele Giglioli, La Lettura
«Qui la letteratura, nella ricostruzione meticolosa di un fatto di cronaca, si traduce in una prosa anti romanzesca, tesa e quasi dispersa nelle proprie macerie come il teatro andato a fuoco, soprattutto scandita da un ritmo percussivo omologo al ritmo inesorabile dell'esistenza contemporanea» - Filippo La Porta, Robinson
Quando l'incendio si spegne, Flashover è il libro per capire il mondo che resta.
La sera del 29 gennaio 1996 un incendio illumina il cielo di Venezia: il teatro La Fenice brucia. L’incendio è stato appiccato dal titolare di una piccola ditta in ritardo sulla fine dei lavori per il restauro del teatro. Giorgio Falco ha scritto un libro che come un incendio illumina e divora il suo oggetto: ricostruzione di una storia vera e sua decostruzione; romanzo di un’ossessione; indagine sul desiderio e sul potere del denaro di trasformare le cose e i corpi; ritratto in maschera degli ultimi quarant’anni di storia italiana, autobiografia di tutti. Enrico Carella, tra le 20.40 e le 20.45 del 29 gennaio 1996, con la complicità del cugino e dipendente Massimiliano Marchetti, appicca il fuoco alla Fenice di Venezia. Carella era il titolare di una piccola ditta che aveva ottenuto il subappalto per alcuni lavori elettrici nel restauro della Fenice (il capocantiere dell’azienda appaltatrice era suo padre). Carella (d’ora in poi il cugino padrone, «in minuscolo, (…) in maiuscolo sarebbe un personaggio unico, con la pretesa di concentrare su di sé le caratteristiche di tutti gli altri cugini padroni esistenti») era in ritardo sulla consegna dei lavori: avrebbe dovuto pagare una penale che non sarebbe mai stato in grado di saldare. Il cugino padrone conduceva una vita al di sopra delle sue possibilità, una vita che coincideva con l’immagine che aveva di se stesso ma non con le finanze di cui disponeva. Decide di appiccare un incendio: un incidente nel cantiere avrebbe rimandato la chiusura dei lavori. È l’innesco che provocherà la completa distruzione della Fenice. «C’è qualcosa di malinconico in ogni flashover su cui incombe la distruzione: la distruzione portata da se stesso, la distruzione di se stesso». Il flashover identifica il momento di transizione tra un incendio in crescita e un incendio nella sua fase matura: la temperatura è altissima e uniforme, il fuoco ha raggiunto la totalità delle superfici disponibili, tutto brucia all’unisono. Giorgio Falco ha scritto un libro che come un incendio illumina e divora il suo oggetto: ricostruzione di una storia vera e sua decostruzione; autobiografia di tutti, ritratto in maschera – e di una maschera – degli ultimi quarant’anni di storia italiana; romanzo di un’ossessione; iconotesto in cui le fotografie inchiodano le parole, in un autentico controcanto che brucia sotto traccia fino all’esplosione finale; interrogazione del denaro, del suo potere distruttivo e seduttivo; indagine sul desiderio, il desiderio di cose, di possesso, di riconoscimento, ma anche sul suo opposto: il desiderio di oblio, di silenzio, di distruzione.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Da qui in avanti rinunci al romanzo, ti concentri sui fatti, su ciò che racchiudono. Rifiuti di assegnare profondità a ciò che profondo non è. Niente psicologismi, meglio abbandonare i personaggi alla solitudine dei propri gesti, attenersi ai fatti, questo testo è un insieme frammentato di fatti, nulla esiste al di fuori di essi, sebbene possa capitare che un fatto sia un'immagine, e un'immagine sia un fatto, e una fatto sia una visione, e una visione sia un fatto". L'ultimo libro di Giorgio Falco comincia più o meno così (in realtà c'è un piccolo incipit prima). I fatti su cui si incentra sono quelli collegati all'incendio della Fenice, avvenuto a Venezia la notte del 29 Gennaio 1996. Il flashover, da cui prende il titolo il libro, è la fase dell'incendio generalizzato in cui tutti gli elementi bruciano all'unisono e il fuoco raggiunge la totalità delle superfici disponibili. Ma dietro i fatti ci sono delle vite, delle storie che poi diventano parte di un'unica grande narrazione che Giorgio Falco - come al solito - è molto abile a creare, intessendo tra loro vicende umane, fatti di cronaca, elementi processuali, suggestioni provenienti dalla narrativa e dal cinema, considerazioni storiche e sociali. E così la storia di Enrico Carella e Massimiliano Marchetti diventa la storia di una sconfitta, di un fallimento generazionale, dei figli di una classe di proprietari di piccoli eden, che da un giorno all'altro hanno perso il loro potere d'acquisto e si sono ritrovati ad essere comparse in maschera. Maschere di cui è popolato il libro, sia nel testo che nelle belle immagini di Sabrina Ragucci. Insomma, anche questa volta Falco si conferma uno scrittore capace di raccontare in modo lucido e spietato la società in cui viviamo, e in cui abbiamo vissuto negli ultimi decenni. Una lettura per me essenziale sebbene non sia indolore.
Prediligo i reportage giornalistici di cronaca nera e questo romanzo rappresenta tutto il contrario. Per me si è trattato proprio di una scelta sbagliata, di una aspettativa altrettanto sbagliata. Lo segnalo a chi ama leggere libri di cronaca nera perché non cada in errore.
"Con austera costanza l’opera di Giorgio Falco si fa sempre più trasparente". Flashover, come sempre con la complicità iconografica di Sabrina Ragucci, è certamente uno dei libri che certificano Giorgio Falco come il nostro Don De Lillo, anzi diciamolo, Falco è tutto nostro, il nostro lato migliore (per fortuna esiste). Grazie alla libreria di Mestre che me lo ha consigliato!
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