"Nome d'arte di Mario Girotti, attore e regista italiano. Di madre tedesca e padre italiano, trascorre l’infanzia a Dresda, in Sassonia. Debutta nel cinema a dodici anni in Vacanze con il gangster (1952) di D. Risi, poi partecipa a film assai diversi tra loro (da Gli sbandati, 1955, di F. Maselli, a La grande strada azzurra, 1957, di G. Pontecorvo, da Le meraviglie di Aladino, 1961, di H. Levin e M. Bava, a Il Gattopardo (1963) di L. Visconti, spesso in ruoli secondari, per potersi pagare gli studi classici. Negli anni ’60 soggiorna in Germania dove è impegnato in alcuni film western e di avventura. Nel 1968 interpreta l’ironico spaghetti-western Dio perdona... Io no! di G. Colizzi. Si tratta di un film cruciale: durante le riprese in Almeria incontra L. Hill, che sposa e da cui prende il nome d’arte; e per la prima volta lavora con Carlo Pedersoli, ovvero Bud Spencer, insieme al quale conosce una vastissima popolarità come interprete sia di western sia di film d’avventura caratterizzati da sonore scazzottate comiche e buoni sentimenti. In Lo chiamavano Trinità (1970) di E.B. Clucher (Nome d'arte di Enzo Barboni) è il bello indolente e capace di una generosità che costa poco ma rende molto, mentre Spencer è, suo malgrado, il rozzo sgobbone, egoista nell’apparenza e bonaccione nella sostanza. Insieme recitano in decine di buddy-film nei quali la distribuzione dei caratteri resta invariata fino a Botte di Natale (1994) diretto dallo stesso Hill. Tra le sue altre interpretazioni va ricordato il ruolo di avvocato in Il vero e il falso (1972) di E. Visconti e la serie televisiva Don Matteo (2000) che ne ha rinverdito la popolarità."