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Fondamentale per entrare nel pensiero di Pascoli, da leggere!
"Non reco al tuo desco lo spicchio / fumante di pingue vitella; / ma fo che ti piaccia il radicchio / non senza la sua selvastrella, / con l'ovo che a te mattutina / cantò la gallina." (p. 39) "In Italia noi siamo vittime della storia letteraria! (...) Le lettere sono gli strumenti delle idee, e le idee fanno di sé tanti gruppi che si chiamano scienze. Ma noi, fissati sugli strumenti, abbiamo finalmente dimenticato i fini. Siamo agricoltori che non pensano se non alle vanghe e non parlano se non di aratri, e più delle loro bellurie che delle loro utilità. Delle semente, della terra, dei concimi, non ci curiamo più. (...) Codest'ozio noi chiamiamo ora critica e storia letteraria. (...) La poesia non si evolve e involve, non cresce o diminuisce; è una luce o un fuoco che è sempre quella luce e quel fuoco: i quali, quando appariscono, illuminano e scaldano ora come una volta, e in quel modo stesso. Solamente s'ha a dire che raramente appariscono. Sì: la poesia, detta e scritta, è rara" (pp. 52-54). "Ma noi italiani siamo, in fondo, troppo seri e furbi, per essere poeti. Noi imitiamo troppo. (...) E le scuole ci legano. Le scuole sono fili sottili di ferro (...) Ma poi per la poesia vera e propria, a noi manca, o sembra mancare, la lingua. La poesia consiste nella visione d'un particolare inavvertito, fuori e dentro di noi" (pp. 58-59). "Sai che siamo al tempo dei concorsi; al tempo delle classificazioni e premiazioni. (...) Primo! Secondo! Terzo! Poeta maggiore! Poeta minore!" (pp. 65-66) "Non lauro e bronzo voglio; ma vivere; / e vita è il sangue, fiume che fluttua / senz'altro rumore, / che un battito, appena, del cuore. (...) Io tutto voglio; pur, nulla: aggiungere / un punto ai mondi della Via Lattea, / nel cielo infinito; / dar nuova dolcezza al vagito." (p. 69) Dal piccolo uovo mattutino all'immensa Via Lattea! Stai un po' a vedere che forse ne "Il fanciullino", a leggerlo per davvero, c'è molto di più di quanto di solito diciamo a scuola...
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