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Anno edizione: 1991
Anno edizione: 2012
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Scritta nel 1905, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo è un’opera fondamentale per comprendere le caratteristiche essenziali della società capitalistica moderna, le sue radici culturali e il suo destino. Lo sforzo intellettuale realizzato da Weber consiste nel mettere in relazione un particolare fenomeno culturale – la Riforma protestante – con un fenomeno di natura prettamente economica, quale è appunto il sistema capitalistico. E proprio in questo senso la disciplina dell’individuo di fronte alla fede, l’idea di professione come vocazione e il culto del lavoro – caratteri paradigmatici dell’etica protestante – rappresentano altrettanti elementi fondamentali del cosiddetto spirito del capitalismo.
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Un grande classico della Sociologia e del pensiero filosofico contemporaneo che inquadra le ragioni del legame tra capitalismo e credenza religiosa. Weber capovolge per un momento Marx e dimostra che le ragioni materiali non sono sempre alla radice delle ideologie. A volte capita il contrario: in presenza di un sistema di credenze estremamente solido e introiettato dall'individuo, quale è stato il calvinismo tedesco e, in seguito, il protestantesimo inglese e americano, l'azione sociale acquista il necessario rigore morale e una etica del reinvestimento delle risorse e delle ricchezze "a maggior gloria di Dio". Ciò permise una delle più straordinarie accumulazioni di capitale e di ricchezza della storia umana, dando inizio alle trasformazioni sociali e tecnologiche del nostro tempo, ma anche costruendo i sistemi burocratici statali e i grandi monopoli industriali che hanno fortemente condizionato la vita umana su questo pianeta.
Già dai primi capitoli si intravede quello che sembra lo stile di un giornalista di partito. Weber, ha analizzato ogni cosa da un punto di vista riduttivo(eppure sembra così esaustivo) in quasi ogni aspetto. Mi spiego meglio: -Parla di Protestantesimo ma non ne sottolinea i caratteri (biblico-spirituali) che lo allontanano COMPLETAMENTE dal Capitalismo. -Mette in risalto il Cattolicesimo da un punto di vista spirituale ma dimentica (o fa finta di dimenticare) che, come contestato da altri studiosi del suo tempo, il capitalismo ha le sue radici nei vari sistemi bancari appoggiati(talvolta creati) dal Vaticano. -Luciano Pellicani, sociologo del secolo scorso, con semplici parole, ha distrutto il pensiero di Weber a riguardo :«Una volta che si tenga presente la reale natura del protestantesimo in tutte le sue versioni non ci si può non rendere conto che Weber ha cercato l'origine dello spirito capitalistico moderno là dove non c'era e non poteva esserci. Nulla si può immaginare di più estraneo e antitetico al moderno spirito capitalistico della predicazione delle "sette" riformate, tutte ossessivamente pervase dall'orrore nei confronti di Mammona, percepito - e stigmatizzato - come il maligno corruttore di ogni cosa fisica e morale.» In sintesi: Un (grande) buco nell'acqua.
Al libro ho dato 5 stelle per l'argomento trattato. È il primo caso che trovo in cui uno scienziato della società esponga e chiarifichi nodi esegetici così attentamente da colmare lacune per me comuni. Insomma Weber intende dimostrare come alla base del capitalismo moderno ci siano delle fisime sorte in seno alle confessioni cattoliche dopo Lutero e Calvino e ciò non è scontato. Libro prezioso per chi intende munirsi di uno strumento critico di altissima qualità in cui l'analisi tuttavia procede in maniera discorsiva e personale. Siamo agli albori, almeno nello stile, di quello che oggi possiamo trovare in un libro di sociologia.
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