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Portato in vacanza per passare le ore del viaggio in aereo, scegliendo Pennac pensavo di andare sul sicuro, con la sua scrittura leggera, originale e divertente, e mai avrei pensato di trovarmi di fronte a una storia del genere. Non mi ha fatto impazzire ma non la definirei brutta o noiosa, piuttosto, insolita e sorprendente. L'idea del dittatore che addestra il sosia per fuggire dalla sua gabbia - e della conseguente catena di sosia - è favolosa e nel finale si capisce anche la profonda morale. La storia del parrucchiere sosia del dittatore, sosia di Chaplin e sosia di Valentino, che è il fulcro concreto del libro, l'ho trovata simpatica ma non mi ha entusiasmato quanto la sua morte, e l'invenzione finale di Sonia. La parte dedicata a lei l'ho letteralmente bevuta. Diciamo che inizialmente sembra un po' noioso, ma migliora man mano che si legge
Letti altri libri di Pennac, interessanti e divertenti; ma questo è veramente rivoltante (per usare un eufemismo...)
Non capisco tutte queste recensioni negative.Io questo libro personalmente l'ho adorato:stupenda la storia del sosia del dittatore e molto interessante la parte autobiografica.Preferisco di gran lungo questo libro a quelli del ciclo di malaussene.
Recensioni
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Cosa succede se un dittatore brasiliano decide di fuggire al suo ruolo e alle «folle massacranti»? Semplice: si procura un sosia in tutto e per tutto identico a lui, lo colloca al suo posto e si trasferisce in Europa, godendosi la bella vita. E se il sosia si stanca di recitare in segreto e, innamorato del cinema, decide di diventare attore? In questo caso non gli resta che fuggire a Hollywood e trovare un altro sosia che lo rimpiazzi. E se quest'ultimo si innamora e progetta di fuggire con la donna amata? Nessun problema, a patto che trovi un sostituto, o ancora meglio una coppia di sostituti (due gemelli), che possano continuare la sua opera di copertura del dittatore reale. Ma in tutto questo turbinio di originali e modelli identici all'originale, che fine farà il vero dittatore? La sua sorte è stabilita da un inesorabile destino, che non potrà non avverarsi
Il nuovo romanzo di Daniel Pennac propone una storia semplice e nello stesso tempo complessa: alla trama apparentemente lineare si affiancano molteplici digressioni e vicende collaterali, che intrecciandosi creano un romanzo composito, in cui si fondono fantasia e realtà, finzione e autobiografismo. Il libro è diviso in sei parti. Dopo l'iniziale racconto della parabola esistenziale del dittatore "agorafobico" Manuel Pereira da Ponte Martins, la seconda parte, "Quello che so di Teresina", rappresenta una parentesi autobiografica nella vita dell'autore che racconta come il romanzo sia stato ispirato da un viaggio nelle regioni interne del Brasile. La terza, "La finestra", narra invece il destino del primo sosia, che lascia Teresina per diventare un grande attore ma morirà, solo, in una sala cinematografica durante la proiezione de Il grande dittatore. L'autobiografismo torna a mescolarsi alla narrazione nelle due sezioni successive, "La tentazione dell'Interno" e "L'opinione di Sonia", la cui protagonista è una figura femminile. Si tratta di Sonia, la maschera che trova il corpo senza vita del sosia nel cinema. Con un passaggio insolito, la donna passa dallo statuto di personaggio a quello di persona reale e diventa una disegnatrice, che Pennac e la moglie Minne incontrano a Parigi per saperne di più sul sosia. Inframmezzate a riflessioni e ricordi personali, si susseguono le chiacchierate, gli incontri dell'autore con il proprio personaggio fattosi persona in carne ossa, ben decisa a fare le pulci al romanzo che la racconta. Dopo avere raccontato la propria storia, Sonia chiede a Pennac di svelare che fine abbia fatto il secondo sosia. Ecco dunque che con l'ultima parte del romanzo, "Da un sosia, l'altro", l'intera vicenda giunge all'epilogo, il cerchio si chiude e si riannodano le molteplici fila della narrazione. Romanzo originalissimo nei temi e nella struttura, Ecco la storia è una storia piacevole, ricca di ironia, vivacizzata dai continui scambi di ruolo dei personaggi e delle voci narranti. Ma è anche e soprattutto una riflessione sull'identità, sul beffardo gioco di maschere della vita e un raffinato metaromanzo sui fattori che contribuiscono alla nascita dei personaggi e delle storie.
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