Nato a Torino il 19 settembre 1926, dopo gli studi universitari (in quegli anni conobbe Calvino) Fruttero, nel 1947, andò in Francia, dove fece molti mestieri ma soprattutto iniziò a tradurre per Giulio Einaudi.
Ben presto la passione per la scrittura divenne centrale nella sua vita, e nel ’52 avvenne l’incontro più importante: quello con Franco Lucentini, non solo grande amico, ma anche metà della coppia a venire.
Lucentini, romano, si trasferì a Torino, ed entrambi vennero assunti da Einaudi come redattori: traducevano Borges e Beckett, ma nel frattempo "scoprivano" la fantascienza. Nel ’61 prima uno poi l’altro passarono alla Mondadori, per dirigere «Urania», la prima collana di fantascienza, rimasta punto di riferimento del genere nel tempo. Un ruolo che proseguì sino al 1986.
Con la sigla Fruttero & Lucentini gli scrittori hanno firmato le opere del loro fortunato sodalizio: le collaborazioni giornalistiche, le traduzioni e soprattutto i romanzi elaborati con un attento dosaggio di vari ingredienti (citazioni, giochi metaletterari, arguta e ironica osservazione del reale) e di immediata presa sul lettore: La donna della domenica (1972), A che punto è la notte (1979), Il palio delle contrade morte (1983) L’amante senza fissa dimora (1986), La verità sul caso D. (1989), Enigma in luogo di mare (1991).
Hanno riunito una serie di cronache satiriche in diversi volumi, tra i quali: La prevalenza del cretino (1985), La manutenzione del sorriso (1988), Il ritorno del cretino (1992). Del 1993 è Incipit, raccolta degli incipit celebri, curiosi, buffi o semplicemente di grande efficacia, di centinaia di opere letterarie.
Da ricordare anche una fortunata trasmissione televisiva RAI - L'arte di non leggere - e le poesie raccolte in L'idraulico non verrà, pubblicate da Spagnol nel 1971 in proprio e scritte dai due mentre lavoravano alla Donna della domenica, e non a quattro mani. Il titolo veniva da una poesia di Fruttero, che diceva: «L’idraulico / non verrà. L’impercettibile / passo da scroscio a filo, / a scroscio eluderà / senza fine / la tua mano millimetrata». In una nota alla riedizione de Il Melangolo del 1993, si legge: «sia la parte propriamente idraulica del libretto, sia quella epigrafico-metafisica si ispirano a un sano nichilismo. E come ogni sano nichilismo, anche questo si è rivelato profetico».
Dopo la scomparsa di Lucentini nel 2002, Fruttero ha proseguito da solo, tra romanzi e saggi. Nel 2006 è tornato al giallo con Donne informate sui fatti, seguito nel 2010 da Mutandine di chiffon. Memorie retribuite (Mondadori).
Nel 2010 ha pubblicato, sempre per Mondadori, un libro scritto a 4 mano con Massimo Gramellini: La patria, bene o male. Almanacco essenziale dell'Italia unita (in 150 date), nel 2018 esce Il cretino è per sempre. Viaggio d'autore nell'Italia che non cambia mai (Mondadori).
Fruttero muore a 85 anni a Castiglione della Pescaia, più esattamente nella sua bella casa nella pineta di Roccamare, dove aveva a lungo frequentato gli amici Italo Calvino e Pietro Citati.
(Fonti: Archivio de La Stampa, Enciclopedia della letteratura Garzanti)
Nella foto: Carlo Fruttero ritratto sulla spiaggia di Roccamare - Castiglione della Pescaia