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Dovunque, eternamente - Simona Rondolini - copertina
Dovunque, eternamente - Simona Rondolini - 2
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Dovunque, eternamente

Descrizione


Per tutta la vita Laura Paliani si è sentita in dovere di essere all'altezza dei propri genitori, il padre Luigi, famoso direttore d'orchestra, e la madre Olga, altrettanto celebre cantante lirica. È una famiglia inusuale e complicata quella di Laura: si parla poco, e la musica, sempre al centro di tutto, sostituisce le parole, avvicina e allontana i tre. Specialmente Luigi, che dal confronto con l'arte dell'amato Mahler (nessuno sa dirigere una sua composizione come Paliani) esce ogni volta spossato fisicamente e psicologicamente. Ed è proprio dopo un ciclo mahleriano che l'uomo cade in uno stato di depressione profonda che lo conduce in un vicolo cieco dell'anima, nel quale si perde per sempre. Laura, in seguito a profondi contrasti con la madre, decide di lasciare casa, far perdere le sue tracce e iniziare una nuova vita in un'altra città, una vita senza musica, in cui le giornate scorrono uguali, scandite dal lavoro in una fabbrica per la macellazione di conigli. Poi un giorno un telegramma la raggiunge costringendola a fare i conti con tutto ciò che si è lasciata alle spalle, ma soprattutto a fare i conti con se stessa e con la musica che, capisce finalmente, anche grazie a uomini come suo padre riesce a collegare mondi separati, a mostrare dimensioni invisibili, ma non per questo meno vere. A farci conoscere, forse, la nostra vera casa.
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Dettagli

2014
30 aprile 2014
320 p., Brossura
9788861924635

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 4/5
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lina
Recensioni: 2/5

prima parte lunga e noiosa, poi il romanzo desta un po' l'attenzione ma resta tutto sommato troppo diluito e verboso.

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Domenico Fina
Recensioni: 5/5

Uno dei più profondi e intensi che mi sia capitato di leggere negli ultimi tempi. Romanzo Notevolissimo. Rilke, Mahler, Mann avvolgono la vita della protagonista, Laura Paliani, studentessa universitaria che vive con un padre direttore d'orchestra e sua madre, cantante d'opera. Al liceo ha faticato con le relazioni, ha avuto un solo fidanzato per un periodo breve e lo ricorda come un sogno. Amicizie inesistenti. Tutto il suo mondo interiore è legato alla musica e alle passeggiate con l'amato padre in montagna, colui che la cullava con frasi come Niente che non possa passare con un tè e qualche biscotto. Suo padre soffre di emicranie, la dedizione alla musica è totalizzante fino a quando entra in uno stato di depressione e il «sonno chimico» dovuto ai farmaci pesa sulla famiglia. I dissapori con sua madre. Laura andrà via di casa come uno spettro che cerca di farsi strattonare dalle cose. La città in cui vive e quella in cui andrà a lavorare non sono nominate, questo trasmette la stessa ossessiva astrazione che vivono i protagonisti. Si ritroverà a sfiancarsi in modo brutale in un'azienda in cui si mandano all'ingrasso i conigli e poi li si eviscera. È il suo modo per costruirsi nel mondo. "Io non lo voglio, il futuro. Voglio solo che il presente continui così, senza peggiorare". Le cose cambieranno ancora e sarà costretta a tornare a casa in una nuova luce. Sia i personaggi maggiori che quelli minori sono tratteggiati con vera bravura nei loro movimenti mentali. Come quando Laura in una bellissima scena insegue lo psicanalista di suo padre, che anni prima aveva amato di una amore che neppure lei avrebbe definito tale. Un semplice trasognare interno mentre accompagnava suo padre alle sedute. Lo insegue per dirgli una frase che suona così: sappi che quei giorni ti ho amato, non fa niente che tu non lo abbia notato e non fa niente che adesso non conti più nulla, ma io te lo dovevo dire. Serve a me.

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Barbara
Recensioni: 5/5

Splendido libro, assolutamente da non perdere, intenso, commovente, mai banale. La scrittura scorre fluida e originale dando spesso spunti di riflessione.. "Dentro di lei, da qualche tempo, c'era un posto che aveva preso a chiamare il luogo del possibile. Là pensava al dottor B., con una intensità tale da credere che lui potesse sentirla. Là si avveravano i suoi sogni e desideri segreti."

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Recensioni

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Voce della critica

  Questo libro è permeato di musica, dolorosamente, ineluttabilmente. Come una maledizione antica, come un'ossessione rovesciata sulla sua testa bambina quando lei non era ancora in grado di opporvisi, la giovane protagonista Laura viene attirata un poco alla volta nel gorgo musicale, di rivalità e di competizione (ma immerse in profonde, esistenziali differenze di carattere e di stile), che permea le vite dei suoi genitori (bellissima e apprezzata cantante, lei; carismatico e nevrotico direttore d'orchestra, lui): e rischierà di esserne distrutta. Bambina e poi adolescente, Laura ama appassionatamente il padre, un po' meno la madre, perfetta star dall'aspetto sempre curatissimo e dalla voce incantevole, tutta racchiusa nel suo egocentrico bozzolo di perfezione e di limpida professionalità. Per la figlia, il modello a cui tendere è invece il perfezionismo assoluto e incontentabile del padre Luigi Pariani, che si esprime in quella tensione inesausta che lo chiude in un cerchio magico e solipsistico, da cui esce alla fine di ogni esecuzione sfibrato e spossato a morte. Assetata di quella intravista perfezione, ma non musicista lei stessa, la ragazza è gelosa del padre e della sua rara stima, e si lega a lui in un nodo appassionato e mortale, che la fa allontanare sempre di più dalla madre e soffrire indicibilmente quando lui alla fine, incapace di governare se stesso, decide di suicidarsi. Percorre la prima parte del libro un motivo molto tedesco, molto romantico, che forse rappresenterebbe la salvezza per questi tormentati personaggi se il suo esile filo non si perdesse presto nel pericoloso e avvolgente incombere delle melodie dell'integrale delle sinfonie di Mahler, che il maestro Pariani ha accettato di dirigere: una sfida che gli costerà la salute mentale. Incastonati nel gioco musicale – e mortale – della prima parte del libro sono infatti i preziosissimi giorni estivi in cui Laura, da sola col padre, che in quei momenti si trasforma per lei in un romantico eroe, un Wanderer, lo segue per monti e vallate, in camminate epiche e sfibranti, che le danno però la gioia di essere l'unica persona che lui tollera al suo fianco, che condivide i suoi silenzi e i momenti di estatica contemplazione della bellezza della natura. Nel camminare silenzioso e tenace, nel raggiungere le cime, nel riposo stanco e rasserenante dopo lo sforzo fisico, nella semplice gioia dello spartano comfort dei rifugi, padre e figlia vibrano all'unisono. La madre resta in basso, nel confortevole lusso dei grandi alberghi, e Laura si convince di essere la prediletta. Le intense, ariose pagine dedicate a queste gite sono forse fra i momenti più persuasivi e commoventi dell'intero romanzo. Il libro è diviso in tre parti, molto diverse come ambientazione e come struttura, anche se la fine, originale tessitura dello stile si fa riconoscere in ogni pagina, e si adatta senza sforzo alle diversissime circostanze del testo. Tutta la parte iniziale, che esige qualche sforzo di chiarezza quando si addentra nelle più sottili vibrazioni musicali, si segue infatti come una partitura, a volte forse un po' ardua da comprendere; ma l'entusiasmo dell'autrice nel far rivivere al lettore i movimenti delle sinfonie, nel loro tesissimo dispiegarsi di emozioni in rapporto alla personalità del direttore d'orchestra, è così contagioso che si viene trascinati pagina dopo pagina come in un vortice di sensi e di significati. Il suicidio di Pariani (dopo un periodo di inutili tentativi di cura psicanalitica della sua depressione) si riflette nella tessitura della seconda parte del libro come una mutazione geologica, un cambiamento profondo e totale. Laura sopravvive solo a costo di tagliare tutti i ponti con la sua vita di prima e anche con la madre, che affronta il lutto in modo diverso da lei, e che incolpa del totale fallimento nella cura del padre. Si trasferisce in un'altra città e si trova un lavoro straniante e ripetitivo: operaia in una fabbrica di carni cunicole, affrontando con testarda, quasi automatica determinazione ogni fase della macellazione e della preparazione della carne di coniglio. La raffinata studentessa figlia di famiglia si costruisce, mattoncino dopo mattoncino, un'esistenza alienata e priva di ogni luce intellettuale, senza musica e senza libri, seguendo un ritmo ossessivo e chiuso a ogni rapporto umano. Ma la paralisi emotiva che la stringe in un cerchio di ghiaccio comincia a sciogliersi dopo un brillante colpo di scena narrativo: Laura ricomincerà a nutrirsi di musica, la sua vera vita, attraverso Maria, una ragazza down figlia di una collega di lavoro, che trova pace nell'ascoltare e riascoltare le Variazioni Goldberg di Bach, come già faceva Laura nella sua "prima vita". E il ritorno a casa, benché faticoso e pieno di asprezze, diventa allora possibile, come se tutto si disponesse in prospettiva, "o attraverso un prisma dove ogni cosa rivelava altri lati e colori. Talvolta guardar così le faceva male, ma era un dolore quasi domestico, una tristezza che, grazie alla musica, riusciva a farsi amica". Nel riaccostarsi alla musica come Ewigkeit,eterna fonte di vita, Laura infine accetta la sua perdita e le sue paure.   Antonia Arslan  

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Conosci l'autore

Simona Rondolini

1970, Perugia

Laureata in Filosofia, ha pubblicato il suo romanzo d’esordio nel 2014, Dovunque, eternamente (2013, Elliot), finalista al Premio Calvino 2013, menzione speciale della Giuria. Nel 2016 pubblica La stanza di Amelia (Elliot) e nel 2019 Gli alberi strani (Elliot).

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