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Con il suo stile inconfondibile, Giordano Bruno Guerri ricostruisce quei sedici mesi attraverso migliaia di documenti inediti custoditi negli Archivi del Vittoriale, intrecciando in una narrazione appassionante la grande storia con le vicende degli uomini e delle donne che hanno vissuto quell'irripetibile avventura.
«Ci siamo levati soli contro un mostro minaccioso e insaziabile. Ci siamo levati soli contro il mondo folle e vile. Ci siamo levati soli contro l'immenso potere costituito e munito dei ladri, degli usurpai e dei falsarii. Respiriamo il nostro orgoglio» - Gabriele D'Annunzio
Il 12 settembre 1919 un poeta, alla testa di duemila soldati ribelli, conquista una città senza sparare un colpo. Vi rimarrà oltre un anno, opponendosi alle maggiori potenze sotto gli occhi di un mondo ancora sconvolto dalla Grande Guerra. Lo scopo di Gabriele d'Annunzio e dei suoi legionari non era solo rivendicare l'italianità di Fiume: il Vate sognava di trasformare la sua «Impresa» in una rivoluzione globale contro l'ordine costituito, e nell'avveniristica Carta del Carnaro – una costituzione avanzatissima – teorizzò un governo della cosa pubblica lontano da quello dello Stato liberale, socialista, fascista. Per sedici mesi Fiume fu teatro di cospirazioni, feste, beffe, battaglie, amori, in un intreccio diplomatico e politico sospeso tra utopia e realtà. Militari, scrittori, aristocratici, industriali, femministe, sovversivi, politici, ragazzi fuggiti di casa componevano l'esercito del «Comandante», inconsapevoli di quanto avrebbero influenzato l'immaginario del Novecento. Nelle luci e nelle ombre dell'Impresa ritroviamo, a distanza di cento anni, molti aspetti del mondo di oggi: la spettacolarizzazione della politica, la propaganda, la ribellione generazionale, la festa come mezzo di contestazione, la rivolta contro la finanza internazionale, il conflitto tra nazionalismi, il ribellismo e la trasgressione. Mussolini, che a Fiume tradì d'Annunzio, saccheggiò quell'epopea adottandone la liturgia della politica di massa: i discorsi dal balcone, il dialogo con la folla, il «me ne frego», l'«eia eia alalà», riti e miti: così l'Italia democratica ha voluto dimenticare che la «Città di Vita» fu anzitutto una «controsocietà» sperimentale, in contrasto sia con le idee e i valori dell'epoca sia – e tanto più – con quelli del fascismo. Eppure, se molti legionari aderirono al regime, come Ettore Muti, molti altri furono irriducibilmente antifascisti, confinati o costretti a morire in esilio, come il sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris. Con il suo stile inconfondibile, Giordano Bruno Guerri ricostruisce quei sedici mesi attraverso migliaia di documenti inediti custoditi negli Archivi del Vittoriale, intrecciando in una narrazione appassionante la grande storia con le vicende degli uomini e delle donne che hanno vissuto quell'irripetibile avventura, e portando alla luce un aspetto inedito della poliedrica personalità dell'uomo che ne fu l'ispirato animatore e l'indiscusso protagonista.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Splendido..non vi è dubbio che è il miglior testo mai scritto sulla impresa di fiume. Brilla soprattutto per la ricostruzione della atmosfera che si respirava in quel contesto; in alcune parti è addirittura avvincente.
In questo libro, scritto dal direttore del Vittoriale degli italiani (assolutamente da visitare più volte) sull’impresa di D’Annunzio a Fiume, è di particolare interesse, oltre alla narrazione dei fatti e dei protagonisti dell’impresa fiumana, la descrizione dei riti (i discorsi dal balcone, la personalità del capo ed il suo rapporto con la folla, i motti, i simboli, le canzoni) di cui si approprierà il fascismo, senza però assorbire anche quella natura profondamente libertaria che incarnò l’impresa fiumana. Molto interessante, ricco di particolari ed aneddoti, è il testo per certi aspetti definitivo sull’impresa di Fiume.
Ancora una volta Guerri non delude, colpisce ancora. Precisa e puntuale testimonianza di un periodo storico fantastico e irripetibile. L'autore mantiene vivo e vitale il senso ed il simbolo. Ricca la documentazione a supporto tesoro custodito al Vittoriale degli Italiani che è il vero tempio della Patria Futura. L'ho consiglio vivamente, soprattutto dopo aver visitato e apprezzato la bellissima mostra di Pescara " Disobbedisco " curata proprio da Giordano Bruno Guerri.
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