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Lei è Lucia Scirè, arredatrice d’interni di belle speranze; lui è Salvatore Traverso, geologo e impiegato all’assessorato con la passione per le scommesse e l’allenamento dei cavalli da trotto. Si conoscono di fronte al distributore di sigarette sulla strada antistante il Berlin, storico locale di un tempo della movida palermitana. La loro è quella che si dice essere una storia disfunzionale. Lei è cresciuta senza madre (la chiama per nome, Elena) e coltivando un conflittuale rapporto con il Dottorpadre, figura amorevole e sfuggente al contempo, frequentatore dell’Ippodromo della Favorita dove dava sfogo alla sua indole da scommettitore. Lui è un immaturo irrealizzato che necessita di continue attenzioni: mettiamoci che è appassionato di corse e di cavalli come il Dottorpadre, mettiamoci che Lucia ha bisogno di darle le attenzioni, e il gioco è fatto! L’intero romanzo è costellato da relazioni amorose disfunzionali come se fossero le uniche possibili. Diversi indizi vengono disseminati nella prima metà del romanzo quando facciamo la conoscenza del variopinto carosello di comprimari, su tutti segnaliamo le migliori amiche di Lucia, l’audace Nina e la misurata Maria Daniela, e un’altra coppia in stile “il gatto e la volpe“… Dopo la parentesi svedese a Malmö, dove Lucia si reca per realizzare le proprie ambizioni (cosa che inevitabilmente rende ancora più altalenante la relazione con Salvatore) e trova spazio per la breve liaison con un vichingo siciliano, torna e scopre (con un colpo a effetto orchestrato dalla Lombardo) che il suo Salvatore pare avere messo la testa a posto: ha una nuova abitazione / allevamento di trottatori… e una nuova fiamma!...
Una piacevole sorpresa. Regalato con obbligo di lettura da mia moglie ho finito per leggerlo tutto d'un fiato. Lettura vivace e appassionante, assolutamente consigliato!
Un romanzo d'esordio da 10 e lode, scritto meravigliosamente bene. Si spera sia la prima di una lunga serie di opere scritte da quest'autrice. Consigliatissimo.
Recensioni
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Chiuso da oltre un anno, abbandonato al degrado e alle erbacce. Così è oggi l’ippodromo di Palermo che, in forma splendente, ha invece un ruolo importante nell’economia di un romanzo di debutto originale e raffinato. La disobbedienza sentimentale (237 pagine, 15 euro), edito da Cairo. L’autrice è una giornalista culturale dalla penna brillante, che ha già messo al servizio di altri, come ghost writer: la palermitana Eleonora Lombardo. Dopo aver recensito e presentato tantissimi libri tocca a lei e la sensazione è che abbia trovato una cifra personalissima, una voce autentica, una storia originale.
Un amore che non sboccia, una donna – tornata dalla Svezia in Sicilia, per mestiere arreda interni – che vuole vendicarsi e non solo di un uomo, ma di un’intera città, «quella Palermo immobile che le faceva schifo […] perché lì tutto vorticava come dentro un uragano. […] Le faceva schifo la furbizia, l’unica energia che perfino lei era riuscita a mettere in campo». Pensa così Lucia, a cui Salvatore, geologo con un ufficio in un assessorato e la passione per i cavalli, preferisce Maria Daniela (E Salvatore a un certo punto spiega alla sua ex, a proposito della nuova metà: «Non sono felice con lei. Sono felice di me», «Mi aiuta a stare bene in un contesto che mi fa felice. E che mi è facile», «Lei fa stare le cose in equilibrio. È nitida e non assorbe energia, e non soffre. Vuole cose normali, vuole abitudine, regolarità e poi è come se ognuno di noi due la pienezza la ricercasse per conto proprio»). E allora Lucia confeziona una rivalsa, è mente di un piano le cui braccia saranno due personaggi solo sulla carta minori, Sogno e Maradona, con la loro «bestiale naturalezza». E in un finale, in qualche modo tragico, magari accolto dalla protagonista – che si accorge di come la vendetta sia disobbediente come i sentimenti – con la smorfia che in copertina ha la sposa immortalata da Letizia Battaglia.
Nel romanzo di Eleonora Lombardo, scritto in un bell’italiano con rarissime concessioni al dialetto, s’intrecciano il tira e molla di una relazione («Quasi una volta ogni due o tre mesi Lucia tornava e finiva a letto con lui»), lo splendore pericoloso di una città («Palermo nella monelleria di tutto quello che nuoce alla salute era maestosa. Avrebbero dovuto scriverlo all’aeroporto, in un cartellone bello grande: Palermo nuoce gravemente alla salute»), e fra scuderie e tribune uno luogo magico, di una bellezza sfacciata, l’ippodromo «spazio di bestie e cavalieri». La love story fra Lucia, lettrice di Steinbeck, e Salvatore, lettore di Stendhal, è immersa nel contemporaneo, nelle sue contraddizioni e nei suoi dolori. Lombardo conosce l’animo dell’uomo e sa scriverne. Il debutto è felice e autorizza ad avere aspettative importanti per il futuro.
Recensione di Giovanni Leti
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