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Questo poliziesco di Cristina Rava fa parte della serie che vede protagonista il commissario Rebaudengo, ormai in pensione, e il medico legale Ardelia Spinola, che trova casa nella prestigiosa collana della casa editrice Rizzoli . 😁 • "Di Punto In Bianco" è, un effetti, il romanzo di un cadavere che - vedrete - non avrà requie. Un giovane, vessato dai suoi compagni, sparisce dopo un festino a base di alcol e droga. Nonostante la pensione, Bartolomeo Rebaudengo non riesce a stare lontano dalle indagini, anche perché forse un suo amico possiede un'informazione essenziale... quello che non sa è che il giovane è oggetto di un piano preciso, che però incontrerà così tanti inciampi che chi lo ha progettato nell'ombra si troverà i piani inevitabilmente alterati. E quando il cadavere del giovane verrà fuori, Rebaudengo chiede espressamente che venga coinvolta nell'indagine anche la dottoressa Spinola, con la quale ha un penoso sospeso... • È, questo, un romanzo che al di là dell'indagine porta con sé una infinita pena per il povero giovane, che neanche da morto trova pace. Il suo destino, ironico e grottesco insieme, sarà in parecchie mani e la verità sulla sua sparizione e la sua morte sarà un tormento sia per i suoi familiari che per chi ha provato a sfruttare la sua morte a proprio vantaggio. • Come già detto, questo libro fa parte di una serie, di cui costituisce un sesto capitolo ma che dà l'impressione di partire da un punto è a capo della storia dei protagonisti. Ragion per cui ora sono motivatissimo sia a proseguire da qui in avanti sia di recuperare i precedenti 😄 provate anche voi, e mi direte🤗
Non brutto, un libricino semplice e leggero da leggere senza molto impegno
Ho trovato questo libro piacevole come un discreto telefilm poliziesco, perfetto per trascorrere qualche ora senza pensieri. Alla fine, però, non mi ha lasciato emozioni. L'aspetto che mi è piaciuto di più è la descrizione dei paesaggi e delle atmosfere piemontesi; l'aspetto che mi è piaciuto meno è la soluzione del giallo, che secondo me non chiude perfettamente il cerchio. Il rapporto fra commissario e medico legale, inoltre, rimanda ad altre saghe letterarie e/o televisive: niente di originale. Ringrazio comunque la scrittrice per avermi donato qualche momento di leggerezza.
Recensioni
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Della trama di un giallo, si sa, ben poco si può dire a meno che non si voglia, con perfidia, sciupare la sorpresa dei lettori e rovinare tutto. Quello che possiamo raccontare però è il ritorno dell’affascinante Bartolomeo Rebaudengo, un tempo commissario e formidabile profiler, ora residente nella bella magione langarola ereditata dalla defunta zia, e del medico legale Ardelia Spinola.
Il legame che li unisce lo intuiamo da accenni personali, brandelli di memoria dell’uno e dell’altra, dai dialoghi in punta di fioretto – battute di lei – e garbata ironia – risposte di lui.
Quello che possiamo ancora dire è la perfetta ambientazione del racconto fra le colline, le nebbie e le piogge di novembre delle Langhe; i piatti della tradizione piemontese cucinati dalla rude Nora, cuoca di casa Rebaudengo, così corposi e reali da lasciare al lettore l’impressione di averli davvero gustati; la quantità e la qualità degli ottimi vini; la concretezza e realtà di tutti i personaggi che si alternano sulla scena del crimine.
Crimine che riguarda la scomparsa di un ragazzo. Ventitré anni, un po’ nerd, malvisto da un gruppetto di coetanei ricchi e vuoti di cervello, Dario Colombero aveva acconsentito, forse nella speranza di venire finalmente accettato, di partecipare a una festicciola nella villa di uno di loro. Da lì se n’è andato con le proprie gambe, o almeno così sostengono i suoi ospitanti, ma allora che fine ha fatto? Sarà il torinese Martino Bergero, diventato un buon amico del profiler Rebaudengo, ad avvertirlo di aver visto il corpo in una fossa durante una delle sue peregrinazioni notturne.
Peccato che Martino, dopo un brutto incidente occorsogli anni prima, tanto giusto di testa non sia, ma onesto e corretto sì, tant’è che Rebaudengo gli crede e convocati i carabinieri dalla caserma di Cuneo parte la caccia al colpevole. Intanto il cadavere è scomparso dal luogo in cui Martino lo ha visto e riapparirà solo qualche giorno dopo nascosto sotto un cespuglio nel giardino della villa dove si era svolta la festa. Rebaudengo verrà chiamato ad aiutare il maggiore dei carabinieri Bonaldo e il pubblico ministero, il pignolissimo Novello, nell’indagine e convocherà a sua volta Ardelia Spinola nella sua qualità di medico legale nonché di sua antica e mai dimenticata fiamma.
Cristina Rava permette al lettore di conoscere solo una parte dell’intricata vicenda e, così facendo, lo spinge a ragionare e a immaginare i possibili scenari coinvolgendolo in un gioco astuto e intelligente. Intanto, entriamo nella vita dei paesi – che, si sa, sono microcosmi che contengono il Cosmo – nei segreti inconfessati eppure noti a tutti e nei misteri dei loro abitanti, nell’esistenza di protagonisti e comparse di questo giallo ricco di sfumature, psicologia, ironia e ottima detection. Fra descrizioni di un territorio pieno di amore per le tradizioni e la buona tavola, rispettoso dell’amicizia e della stima che si deve a chi ci fa del bene, ma nondimeno disposto, proprio in virtù di tale rispetto, a fare ciò che non si dovrebbe, il libro scorre piacevole e complesso spostandosi dalle Langhe alla Liguria di Albenga insieme ai suoi attori principali.
E Cristina Rava si riconferma una formidabile maestra del noir nostrano.
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