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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Per me uno dei libri più piacevole di questa scrittrice. Ottima la traduzione italiana.
Not my cup of tea, nè per quanto riguarda il genere, nè per lo stile di scrittura. Un libro trovato nella mia libreria, di cui non ricordo la provenienza ma sicuramente non da me acquistato, ho scelto di leggerlo solo per regalarmi una "leggerezza mentale" dopo una carrellata di thriller. Il problema? TROPPA leggerezza. Non c'era assolutamente nulla che alla fine di un capitolo mi facesse dire "devo assolutamente iniziare subito il prossimo per sapere cosa succede". La storia di una donna che dopo la morte del marito e l'arrivo dell'età adulta dei suoi figli, si ritrova in una vita "da sogno" ma per lei monotona, inutile e senza stimoli. Una storia scorrevole ma a mio parere abbastanza inverosimile, priva di colpi di scena, di motivazioni e con un finale degno di tutto il filo del libro.
Un libro molto scorrevole, una storia piacevole e delicata che racconta la storia di una donna nell'epoca in cui ancora contava poco quello che una donna desiderava. Anche se la mia personalità è molto diversa da quella di Willa, sono riuscita ad empatizzare con lei, ad appasionarmi alle sue vicende e i suoi stati d'animo. Un po' troppo sgradevoli le figure maschili, in particolare il figlio Sean e il secondo marito...Non sarà un capolavoro assoluto, ma sicuramente è una storia ben scritta, con un fondo agrodolce. Leggerò altro di questa autrice.
Recensioni
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Una bambina normale, con una famiglia (quasi) normale in una cittadina banalmente normale.
Questo è l’incipit del romanzo di Anne Tyler che si protrae così, seguendo tutti gli step di crescita di Willa, la nostra protagonista. Dall’infanzia all’età adulta seguiamo la vita di questa bambina, poi giovane donna e madre e infine nonna che non ha mai voluto essere protagonista ma ha ritagliato per sé, all’interno della sua stessa esistenza, un ruolo secondario. Quando tutto sembra scorrere in maniera placida e imperturbabile, scandito ogni giorno dalla stessa routine che ti fa sentire al sicuro ma allo stesso tempo ti uccide, spegnendoti ogni giorno sempre di più… ecco che qualcosa cambia. E quel tic toc costante che ha accompagnato la vita di Willa, cambia musica nel suo tempo più maturo. Come? Ci penseranno una bambina e una giovane donna a stravolgerle l’esistenza e a farle capire che, a volte, basta seguire un ritmo diverso e si impara a ballare.
Anne Tyler ama la descrizione minuziosa dei particolari. È una maniaca del dettaglio, tanto nella descrizione dei paesaggi quanto nell’introspezione psicologica dei suoi personaggi. La danza del “suo” orologio è una danza lenta che, potrebbe stancare il lettore meno perseverante. La vita di Willa è narrata fin dall’infanzia con dovizia di particolari che, a volte, stancano il lettore in cerca di emozioni. Si cambia musica con l’arrivo delle altre due protagoniste femminili: da queste pagine in poi anche il personaggio di Willa prende vita e si toglie un po’ di polvere di dosso, colorandosi di nuove sfumature.
Cosa mi ha lasciato questo romanzo? Inizialmente, ad essere sincera, un po’ di insoddisfazione. La vita di Willa non ha niente che non si possa trovare nella vita di chiunque: routine, ripetitività, nostalgia per il passato. Calma piata, insomma. Emozioni in vista? Poche. E anche dove presenti, sempre abilmente arginate da questa donna che non desidera altri scossoni, dopo l’abbandono della madre in tenera età. Non è da me sbagliare la scelta di un romanzo, però, e la cosa mi infastidiva un po’. Ho provato ad andare oltre e a capire cosa volesse dire in generale Anne Tyler.
Il messaggio è chiaro è lampante: non solo le storie eccezionali meritano di essere narrate.
Non bisogna essere per forza un serial killer, una sociopatica, un commissario di polizia, un orfano o un supereroe per essere raccontato. Leggiamo per evadere dalla nostra normalità e va a finire che la normalità non la racconta più nessuno. Diamo allora ragione a Cesare Cremonini quando canta che “in questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Robin”? Ma non c’è forse più bisogno di Robin che di Batman? Nelle pagine di Anne Tyler potrete trovare una risposta alla vostra domanda.
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