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Anno edizione: 2016
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Brevi racconti introducono i testi delle canzoni dell’ultimo album di questo artista scomparso da poco, purtroppo più conosciuto all'estero che in Italia. Racconti e testi si fondono in una poesia coinvolgente ed emozionante, rafforzata dalla bella prefazione di Erri De Luca. Da leggere ascoltando il disco in sottofondo. La foto di copertina è perfetta.
Spontaneo, delicato, discreto e commovente. Mai patetico! Un buon libro è tale, quando emoziona e lascia traccia di sè: questo libro lo fa, in ogni sua pagina, in ogni suo racconto. Semplicemente, bellissimo...
Recensioni
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Testa ci lascia con un’opera emozionante, universalmente attuale perché è in grado di raccontare un sentire comune a ogni uomo nel momento in cui si affaccia sul baratro della partenza dai propri luoghi di appartenenza, quando il timore di una fredda accoglienza diventa troppo di frequente realtà.
Ho come l’impressione che nei confronti del fenomeno per noi recente delle migrazioni abbiamo avuto uno sguardo povero e impaurito che ha fatto emergere la parte meno nobile di noi tutti. Siamo stati in difesa, non abbiamo capito l’emergenza e soprattutto abbiamo dimenticato che soltanto fino a due generazioni fa partivano i nostri e trovavano gli stessi ambienti duri e inospitali che stiamo ricreando per chi arriva adesso in Italia.
Testa ha incarnato il tipico esempio dell’artista italiano misconosciuto in patria e apprezzato invece all’estero, soprattutto in Francia, dove ebbe la possibilità di diventare un musicista professionista, lasciandosi alle spalle un onesto lavoro da ferroviere nella provincia cuneese. Egli nonostante il successo inaspettato, giunto all’improvviso e in un momento in cui la tentazione di mollare tutto era stata fortissima, rimase ben ancorato alle umili origini, non dimenticando l’infanzia nei campi, tra le mucche, con l’odore, anzi il profumo, di letame sempre pregno nei vestiti. I suoi testi riflettevano un profondo senso di appartenenza alla sua terra, quel piccolo mondo agreste, abbandonato a malincuore, verso cui i suoi pensieri tornavano ossessivamente, inseguendo con malinconia quella genuinità e quel calore riflessi dalle vite comuni dei contadini e degli altri poveri cristi protagonisti delle sue canzoni.
Da questa parte del mare è un libro-testamento uscito a circa un mese dalla morte dello chansonnier piemontese. Pensato come un complemento letterario all’omonimo album uscito nel 2006, nel volume vengono brevemente narrate le vite dei personaggi che ispirarono i testi delle undici canzoni, ognuna delle quali dedicata a un uomo in viaggio verso un luogo, uno stato d’animo o persino verso la morte. Ogni capitolo, accompagnato dal testo della canzone di riferimento, è quindi il racconto di una partenza, una riflessione poetica sulle migrazioni moderne, i cui versi mormorano con sofferenza quel senso di sradicamento e di smarrimento che lo spostarsi porta inevitabilmente con sé, ma anche dei sogni e delle aspettative che precedono il viaggio.
Il testo è ”una multi-biografia di persone e luoghi” secondo Erri De Luca, amico fraterno del cantautore, invitato per l’occasione a curare la prefazione, dove riesce a interpretare in poche e intense righe il significato del lavoro, ricordando la necessità per Testa di raccontare se stesso soprattutto attraverso le vite degli altri, catturando quella malinconia e quel senso di disorientamento che accompagnano e parificano tutti gli uomini a qualsiasi latitudine.
Testa ci lascia con un’opera emozionante, universalmente attuale perché è in grado di tratteggiare non soltanto dei percorsi di vita individuali, ma soprattutto per la capacità di raccontare un sentire comune a ogni uomo nel momento in cui si affaccia sul baratro della partenza dai propri luoghi di appartenenza, quando il timore di una fredda accoglienza diventa troppo di frequente realtà.
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