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L'universo femminile viene attraversato in lungo e largo in questo libro attraverso le storie delle donne che ne sono protagoniste. Storie tra loro diverse, di coraggio e paura, fragilità e forza, sesso e amore, famiglia, libertà. Un vero tripudio di ricchezza. Letto d'un fiato in mezza giornata.
"Cosa pensano le ragazze"? prova a spiegarlo Conchita De Gregorio in un libro che pone attenzione alle donne accomunate da un unico filo che è quello del senso di inadeguatezza al vivere in una società fortemente votata al patriarcato. Mille donne di varie età, da sei a novantasei anni, ascoltate nel corso di due anni, le cui confessioni aprono aprono scenari di riflessione diversi. Molte le sconfitte, qualcuna vincitrice in quella gara col mondo che le vedi perdenti a prescindere, altre ancora in fase di acquisizione di una consapevolezza che le porterà alla libertà di pensiero. Molto interessante.
Molto interessante perchè si riesce a capire il punto di vista di tante donne diverse!
Recensioni
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A chi dice: io non capisco le donne, non le ho mai capite. Questo libro è per loro. A chi dice: solo a me poteva succedere, sono io che sono guasta. Questo libro è per lei. Una mappa per decifrare le ragazze del nostro tempo, un amuleto per non perdersi, un antidoto alla paura.
Concita De Gregorio e le donne.
Concita De Gregorio conosce bene le donne - ne ha incontrate tante per il suo lavoro – sa descriverle, raccontarle negli aspetti più imprevedibili, nascosti, originali, gioiosi e drammatici. Si è occupata di violenza, femminicidio (il termine è davvero brutto, con una discriminazione di genere implicita) ed è una narratrice al femminile, non in senso limitativo, ma assolutamente positivo: più brava degli uomini a raccontare i sentimenti, i rapporti familiari, i dubbi sottili, le minime sfumature.
Una parola di donna che dà spazio al suo genere. Così com’è accaduto spesso nel Novecento, quando finalmente le donne hanno avuto una voce letteraria propria. Basti pensare ad autrici come Yourcenar e Blixen, De Beauvoir e Bachmann, Plath e Lalla Romano.
Una donna, quando scrive, non solo parla come individuo, ma sente la responsabilità del silenzio che ha circondato per secoli la parola femminile. La responsabilità di riparare a una ingiustizia: quella di un mondo, reale e sentimentale, che per tanto tempo è stato raccontato quasi esclusivamente da un punto di vista maschile. Sente la spinta a dare voce alle ragazze come lei.
Ecco, questo fa, molto semplicemente, Concita De Gregorio con i suoi racconti, mostrandoci protagoniste, scrivendo storie romanzate ma radicate nel reale. Storie di fatica di vivere e al tempo stesso di gioia.
Sono ragazze che costruiscono tutte insieme un affresco della contemporaneità: le relazioni sentimentali, i rapporti fra generazioni, la famiglia.
Perché ancora è necessario parlare e scrivere dell'identità femminile? Vorrei rispondere con le parole di due grandi autrici: Gina Lagorio diceva “Perché i privilegi maschili sono incrostati dalla polvere dei secoli e se si considera la verità effettuale sancita dalla storia della critica, gli strumenti di potere nel campo essenziale dell'informazione, sono tutti in mani maschili. Ben decise a tenerseli.”
E ancora, Dacia Maraini: “Perché non basta un atto di volontà per uscire da migliaia di anni di storia di divisione e di esclusione.”
Ecco, scavando così nel sistema identitario femminile, si mette in luce proprio ciò che Concita De Gregorio ha raccolto nelle pagine di questo libro: la determinazione a percorrere nuove strade e a mantenere una forte dignità nel lavoro, nei rapporti famigliari, ma soprattutto nelle relazioni amorose, che restano un pilastro portante della vita di ogni donna, giovane e meno giovane.
Ecco a voi, dunque, cosa pensano le ragazze.
Recensione a cura di Wuz.it
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