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Anno edizione: 2013
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Una prima parte in cui le autrici si raccontano molto interessante e personale che permette di entrare gradualmente nell'argomento. La parte centrale è più specifica e permette di comprendere la vastità di un problema dalle proporzioni devastanti (e ancora parzialmente sommerso). Molto interessante anche l'analisi dell'attuale situazione legislativa italiana fatta dall'avvocato Bongiorno che permette di comprendere quanto ancora la strada per la parità sia in salita essendo prevalentemente un problema culturale radicato nella società. Nel complesso un libro interessante e di lettura scorrevole in cui le parti più tecniche sono equilibrate da parti in cui le autrici si raccontano e che ravvivano l'attenzione del lettore. Nè troppo tecnico nè troppo superficiale. Lo consiglio a coloro che vogliono avvicinarsi al grande problema del femminicidio.
Recensioni
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Cento i femminicidi in Italia dall’inizio del 2013. Cento le donne, di età ed estrazione sociale diversa, assassinate dal mostro che il più delle volte avevano in casa: ex mariti o ex compagni mai rassegnati alla fine di una storia d’amore.
Femminicidio, questo termine che a molti non piace perché rimanda all’idea sprezzante della femmina di animale, è sempre più utilizzato invece dall’opinione pubblica per descrivere una delle più grandi emergenze sociali del nostro paese.
Negli ultimi anni si è cercato di indagare a fondo il fenomeno, molti libri sono stati scritti e altrettanti programmi televisivi sono andati in onda per cercare di sensibilizzare quanto più possibile sull’argomento. Tanti incontri e tante manifestazioni per far capire alle donne che non sono più sole nel loro dolore e che la cosa più giusta da fare, di fronte ad un uomo che ti umilia fisicamente e psicologicamente, è denunciare.
Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker ne sono convinte e nel loro primo libro Con la scusa dell’amore lo scrivono forte e chiaro: «donne, non abbiate paura di raccontare e denunciare».
Le due autrici si sono conosciute nel 2007 quando Michelle Hunziker, vittima allora di uno stalker, si era rivolta all’avvocato Bongiorno per ricevere assistenza legale e da quel momento è iniziato un sodalizio che le ha portate prima alla fondazione di Doppia Difesa e poi alla scrittura di questo libro. Due persone con due storie radicalmente diverse ma accomunate dalla stessa speranza: aiutare le donne a parlare perché, come scrivono, «il silenzio è l’arma dei violenti».
Nel libro c’è molto di loro, delle esperienze personali e lavorative, ma ampio spazio è dedicato anche alla Fondazione e alle storie, spesso tragiche, che hanno incontrato. Giulia Bongiorno insiste sul tema della comunicazione: il nome Doppia Difesa nasce proprio da quest’idea e cioè che ci si può difendere dalla violenza sia con la difesa legale che con la comunicazione. È forte il messaggio che lancia l’avvocato: non bisogna più accettare passivamente le vessazioni.
La violenza e lo stalking sono innanzitutto un problema culturale nato dalla diseguaglianza, dal fatto che le donne sono ancora considerate come una proprietà privata e per questo, suggerisce l’avvocato, creare un fronte di donne che la pensano allo stesso modo può cambiare la cultura e cambiare la cultura vuol dire portare alla formazione di una legge.
L’aspetto della comunicazione è dunque rilevante, ecco perché accanto al legale c’è la testimonianza di Michelle Hunziker, volto noto e amato della tv. La presentatrice ha subito per anni intimidazioni e minacce da parte di svariati stalker che “con la scusa dell’amore” le hanno fatto vivere momenti difficilissimi perseguitando lei e la sua famiglia. Michelle non ha mai taciuto e per questo, con la sua storia, è un esempio per tutte le donne che trovano la forza di parlare e denunciare.
L’attività di Doppia Difesa è molto importante, così come quella di tutte le fondazioni che si occupano della tutela della donna e la notizia recente dell’approvazione del decreto sul femminicidio da parte del Senato si deve anche soprattutto alle battaglie condotte da tutte queste associazioni.
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