Compositore tedesco.?Allievo di E.?Werner, K.?Stockhausen e K.?Huber, emerse verso la metà degli anni '70 come l'esponente più noto di quel movimento di giovani compositori tedeschi polemici verso l'accademismo della neue Musik (Nuova musica), allora ironicamente definito «nuova semplicità» (neue Einfachkeit) o «neo-romanticismo».?Sin dai primi lavori (Klavierstücke n. 2-5, 1971-75; Quartetto n. 3 in Innersten, 1976; Musik per 3 archi,1977) R.?anticipava nella musica quel superamento dell'estetica ormai prosciugata della «modernità» (con le sue inibizioni verso il soggetto e i retaggi della storia) che si sarebbe di lì a poco generalizzato.?Oltrepassando i «capisaldi» del pensiero musicale dell'avanguardia (Adorno, la tecnica seriale, l'estetica della «citazione»), egli ricercava i suoi modelli in quelli che gli apparivano come gli ultimi baluardi della poetica del soggetto e del coinvolgimento autobiografico nell'arte, in Mahler soprattutto, in Berg e negli espressionisti, poi in Nietzsche, Hölderlin, G.?Büchner.?Dopo una prima opera da camera (Faust und Yorik, 1977), il Jakob Lenz, tratto dal racconto di Büchner, gli diede nel 1979 notorietà internazionale.?Era la riscoperta di una drammaturgia narrativa dall'eloquio musicale fluente e di sanguigna partecipazione emotiva, ai confini della tonalità: riscoperta che sarà sviluppata nei successivi lavori teatrali, Die Hamletsmaschine (La macchina di Amleto, 1983-86) e soprattutto Die Eroberung von Mexico (La conquista del Messico, da A.?Artaud, 1990-92). Vasta anche la produzione strumentale, in cui si segnalano Dis-Kontur e Sub-Kontur per grande orchestra (1974-75), le 5 Abgesangsszenen per soli e orchestra (1981), i cicli Tutuguri I-VII (1981) e Chiffre I-VII (1982-85) per vari strumenti, Fremde Szene I-III per trio con pianoforte (1982-83), i Quartetti n.?5 (1983) e n. 8 (1988), Dunkles Spiel per piccola orchestra (1990) e La lugubre gondola per 2 orchestre e pianoforte (1991).?Ha composto inoltre cicli di Lieder, anche con orchestra.