Gianfranco Manfredi è stato un cantautore, scrittore, sceneggiatore e attore, nonché autore di fumetti italiano. Il suo primo album, "La crisi", è del 1972. In esso si riscontrano già presenti le tematiche della sua produzione musicale dell'intero decennio: uno sguardo ironico e disincantato sui giovani di sinistra di quell'epoca, divisi tra la violenza dei gruppi organizzati, l'ironia dell'ala creativa del movimento studentesco e la riflessione sugli aspetti personali e privati dell'impegno politico. Sintomatici anche i titoli dei brani: "E Giuseppe leggeva Lenin", "Sei impazzita per Marcuse", "Lamento per i compagni usciti dall'organizzazione", "La proletarizzazione".
Il secondo album, "Ma non è una malattia" (1976) conferma e precisa l'obiettivo dell'autore, che con le sue ballate mette alla berlina il linguaggio e i luoghi comuni della "nuova sinistra" parlamentare. Il terzo album, "Zombie di tutto il mondo unitevi" (1977), scritto assieme a Ricky Gianco prosegue ulteriormente il discorso. Il disco, che vede la partecipazione della Premiata Forneria Marconi, è anche all'origine di uno spettacolo teatrale.
Dopo "Biberon" (1978) e una partecipazione elettorale con il Partito Radicale, collabora alla realizzazione del film Liquirizia di Salvatore Samperi.
Negli anni novanta inizia un'intensa attività di sceneggiatore di fumetti, dando alla luce i personaggi di Gordon Link (editoriale Dardo) e di Magico Vento, creato nel 1997 per Sergio Bonelli Editore. È del 2007 "Volto Nascosto", miniserie di quattordici numeri pubblicata sempre dall'editore milanese.
Dei romanzi ricordiamo "Il peggio deve venire", "Ultimi vampiri", "Cromantica", "Ho freddo", "La freccia verde".
Gianfranco Manfredi si è spento nel 2025 a Senigallia.
«Vederlo e sentirlo era un piacere, occhialuto, riccioluto e baffuto (con baffetti sempre curati) rapiva lo sguardo, ma soprattutto l’orecchio perché il suo eloquio anche se apparentemente leggero non sfiorava mai la banalità, trovava sempre un motivo per riflettere, meglio se con un sorriso.» - il manifesto