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Un romanzo di formazione alla vita e alla violenza che è anche un racconto sulla passione per le idee e per le parole, un’implacabile riflessione sulla natura sfuggente del successo e del fallimento, una inattesa storia d’amore.
«Il miglior romanzo di Carofiglio.» - Corrado Augias
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo ambientato nella bellissima Bari. Un viaggio a ritroso, nel tentativo di comprendere un passato che ha lasciato tracce significative. Uno dei più bei romanzi di Carofiglio, senza dubbio, avvincente, gradevole, coinvolgente. Approvato a pieni voti.
Non male, ma c'è di meglio di questo autore.
Romanzo interessante per la scelta di alternare il racconto in prima persona per descrivere gli eventi del passato e in terza persona quelli del presente. Il libro scorre e non deve considerarsi -come detto da qualcuno- per questo facilotto. Certamente non è una storia impegnata ed è quasi priva di trama. Questo lo rendono perfetto per un lettore meno appetitoso. Il passato è una terra straniera sicuramente è su un altro livello,seppure questo lo ricorda e sembra volerne riprendere alcuni tratti, non sempre riuscendovi. La città di Bari infine fa da sfondo al libro in modo eccellente.
Recensioni
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"Ti torna in mente una frase letta anni fa: non guardate indietro, ci siete già stati. Allora ti era parsa uno spunto arguto. Magari un po' new age, ma arguto. Adesso ti chiedi se poi è vero che ci siamo già stati. Non sei così sicuro, non lo sai bene cosa c'è da quelle parti."
Sta mutando la scrittura di Carofiglio. Nel cambiare editore di riferimento, passando da Sellerio a Rizzoli, lentamente si è trasformata anche la narrazione, portata verso una direzione differente dall'evolversi delle storie.
Da tempo Carofiglio non è più un giallista puro, forse non lo è mai stato.
La sua passione per la parola e la lingua ci è chiara ed è stata confermata ufficialmente con La manomissione delle parole, libro sul linguaggio creato in un gioco di rinterzo.
La centralità della psicologia umana, l'attenzione verso la società è evidente sin dai primi romanzi che pescano ampiamente nel vissuto contemporaneo i temi centrali.
La politica, il potere, la violenza, la criminalità, la giustizia sono sempre presenti nella sua opera e continuano a esserlo ancora oggi. Ma sembrano assumere più spazio anche altri aspetti meno collettivi e più individuali: nostalgia, rimpianto, memoria.
Un flash improvviso, il passato che ritorna, la memoria, appunto, che dopo lungo sopire si ripropone dura, impossibile da scacciare: è ciò che accade a Enrico Vallesi, scrittore.
Un treno lo riporta a casa, da Firenze, dove vive da anni, a Bari, dove è cresciuto, dove ha frequentato le scuole, dove ha lasciato vecchi amori, amici che hanno percorso strade molto diverse dalle sue, un fratello che non sente quasi mai, non vede da tre anni e non vuole disturbare.
Tornare a casa vuol dire ritrovare quegli anni che per tutti sono i più importanti della vita: l'adolescenza, la formazione della nostra personalità. Rivedere quel passato con gli occhi adulti può riservare piacevoli, ma anche spiacevoli sorprese. E può far riflettere su ciò che non si è, ciò che non si vuole. Un pensiero pericoloso.
È un libro di confine, un romanzo su quei limiti che per alcuni sono invalicabili e che altri superano, lanciandosi oltre il bordo vertiginoso delle cose (la citazione è da un verso di Robert Browning a noi preme soltanto il bordo vertiginoso delle cose). La maggior parte di noi cammina su quel bordo cercando un equilibrio difficile e precario: guardando indietro possiamo scivolare o addirittura precipitare.
A cura di Wuz.it
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