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Un capolavoro la storia di Kien e Therese. Ho amato dall’inizio gli elementi in parte surreali del libro con i personaggi spinti da ossessioni e nevrosi. Per persone che adorano leggere è l’ideale. Ci sono elementi spigolosi e forti. Sono rimasto colpito dalla scena della biblioteca in fiamme e, chiudendo gli occhi, mi sembra di ascoltare la risata di Kien. Nel complesso mi è piaciuto.
Parla Magris: «Quel libro impossibile e spigoloso, che non concede nulla e non si lascia assimilare dall'istituzione culturale, è la grottesca parabola del delirio dell'intelligenza che distrugge la vita, il terribile ritratto della mancanza d'amore e dell'abbagliamento [...]. Quel libro che illumina come pochissimi altri la nostra vita, è rimasto a lungo pressoché ignorato, e Canetti ha sopportato quest'emarginazione con una fermezza che celava forse, nella gentile modestia, un'irrefutabile, quasi proterva coscienza del proprio genio.» Era da un paio d'anni che non riprendevo in mano Canetti, e sono state le parole di Magris qui sopra a riportarmici. Ci sono pochi scrittori della cui scrittura sono certa, e Elias Canetti è uno di questi; con quella penna, possono anche raccontarmi la storia del lupo, o quasi. Ed è proprio su quel 'quasi' che questa volta se la gioca. È il suo primo e unico romanzo pubblicato, e i suoi personaggi oltrepassano il limite del nevrotico nelle loro ossessioni e deliri, portando un forte senso di tragicomica follia, spesso a me non particolarmente gradita, che fa di questa storia, una storia surreale dalle assurde peripezie e parapiglia alla Tamburo di latta, come egli stesso spiega: «Un giorno mi venne in mente che il mondo non si può più raffigurare come nei romanzi di un tempo, per così dire da un punto di vista di un unico scrittore, il mondo era andato in pezzi, e solo se si aveva il coraggio di mostrarlo nella sua frammentazione era ancora possibile dare di esso un'immagine veritiera.» Quindi, sottoscrivendo le parole del grande Magris che lo definisce 'impossibile' pur riconoscendole la genialità, giudizio generale tiepido questa volta per il maestro Canetti, che però mi sazia sempre di ottima prosa, a prescindere.
Uomo molto colto, prolisso, paura delle donne.\nSolo per amanti della cultura
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