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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 1987
Anno edizione: 2007
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Il carisma, l'acume, il talento e i metodi deduttivi pratici, efficienti e risolutivi del sempre intuitivo, sottile e brillante Auguste Dupin demarcano e dominano magno cum robore questa luminosa e significativa raccolta dei tre romanzi brevi, in cui, con la classe smagliante e splendente del suo stile fermo, ricercato e rigoroso, Poe ci presenta ad litteram il padre del moderno investigatore, abile a trovare il bandolo della matassa in casi intricati e a sbrogliare de plano efferati omicidi non lontani dalle sinistre e decadenti atmosfere da brivido e da raccapriccio che il Maestro di Baltimora, con abilità narrativa unica e inimitabile, sa regalarci in altri racconti onirici, visionari, allucinati e psicologici, cupe e intramontabili storie gotiche, amare e spaventose in cui la sospensione dell'incredulità e la sensazione piena di un angoscioso risveglio da un sogno oppressivo spinoso e inquietante ci catapultano quasi ad hoc in un mondo vicino e tangibile in cui l'incredibile diviene credibile e l'impossibile possibile, perché proprio come ci suggerisce sir Arthur Conan Doyle - ottimo lettore di Poe - "tra l'orribile e il grottesco", spesso, "non vi è che un passo".
La raccolta contiene tre racconti: "I delitti della rue Morgue", "Il mistero di Marie Roget" e "La lettera rubata". Il primo è il migliore, sia perché Poe caratterizza i personaggi secondo il suo stile (sono infatti due romantici nottambuli), sia perché l'identità dell'autore degli omicidi è assolutamente sorprendente. Il secondo è invece di gran lunga il peggiore, e contribuisce ad abbassare il mio voto: non è un vero e proprio racconto ma una lunga serie di speculazioni del Poe (per tramite di Dupin) su un omicidio realmente avvenuto, senza nessuna apprezzabile conclusione. L'ultimo non è incentrato su alcun assasinio, ma (come dice il titolo) su una lettera rubata e genialmente occultata. In generale ed infine, l'opera è, soprattutto, un esercizio raziocinante in stile Sherlock Holmes.
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