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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2013
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L' edizione Adelphi si presenta impeccabile, niente a che vedere con la precedente e incompleta edizione Einaudi, per cui si ha modo di leggere come si deve questi racconti e il filo rosso che li lega uno all'altro. Forse alcuni risultano a tratti appesantiti, ma nel complesso è Maugham di sempre, ironico e cinico quanto proprio non sa trattenersi.
Un libro che costituisce una lettura affascinante e irritante allo stesso tempo. Affascinante per le riflessioni che suscita, per la levigatezza dello stile e per la profondità psicologica. Irritante per il ritmo a volte troppo lento e per il ricorrere di situazioni assurde e irrazionali che mettono a dura prova la pazienza di chi legge. Nonostante la fatica della lettura, il lato affascinante per me ha prevalso. La storia di Philip Carey è la storia di un uomo infelice perché profondamente minato dalla consapevolezza di essere un diverso agli occhi del mondo. Ottimo libro.
"C'è una certa eleganza nello sprecare il tempo. Qualunque stupido può sprecare il denaro, ma quando si spreca il tempo,si spreca qualcosa che non ha prezzo", afferma Ashenden nelle interminabili conversazioni con Mr Harrington, suo garrulo e inarrestabile compagno di viaggio in treno verso la Russia. L'ultimo racconto, appunto, e' il più vicino alla generalità del Maugham pensiero, intriso pienamente - fin dove consentito dalle circostanze - dell'ironia sua magistrale. Gli altri racconti scontano molto lo scenario di guerra di riferimento nonche' l'animus di Maugham più da cronista embedded che da mirabile osservatore/regista/io narrante delle altre opere. Bellissimo il racconto "sua eccellenza" con echi del capolavoro "schiavo d'amore". La scrittura, come sempre, rimane alta, elegante ed evocativa.
Recensioni
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