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Sembra una boutade, ma qui si narra come ad Atene nel 300 a.C. al tempo della conquista dell'impero macedone da parte di Alessandro il Grande, il facoltoso cittadino Boutades, sia trovato morto in casa, con una freccia cretese conficcata in gola. Stefanos, giovane cittadino ateniese, suo malgrado, è coinvolto nel processo dopo che suo cugino Filemone è stato accusato dell'assassinio da parte di Polignoto, nipote di Boutades. Chiede pertanto aiuto ad Aristotele, suo ex maestro ed abile retore. Spedito in varie missioni per scoprire indizi, Stefanos deve affrontare un suo creditore che pretende altissimi interessi, costringendolo a vendere molti beni familiari. Dopo un incontro con Filemone, che clandestinamente era tornato ad Atene per vedere la madre e che gli spiega di essere innocente, Stefanos è assalito da alcuni sicari che per poco non lo uccidono. Intanto in casa Boutades le morti si susseguono. Prima la moglie e poi uno schiavo di famiglia sono ritrovati senza vita. Si deve ricorrere all’aiuto di Aristotele, famoso filosofo dell’antichità, qui trasformato in Sherlock Holmes del tempo che fu, che con la sua genialità riuscirà a scoprire il colpevole. Stefanos il giorno del processo smaschererà Polignoto (che morirà tentando la fuga dall’aula del tribunale) scagionando quindi il cugino. Naturalmente l’aiuto di Aristotele sarà fondamentale alla soluzione del caso. Così al grande filosofo è attribuita una nuova valenza anche come abile investigatore, pur se, ovviamente, il tutto è frutto d’invenzione letteraria, però molto ben congegnata in una trama piacevole e avvincente.
Il primo romanzo con Aristotele protagonista, un romanzo giallo storico appassionante e arguto, con molti temi che rimandano all'epoca attuale.
Giallo scorrevole e avvincente, Aristotele Detective è un romanzo molto interessante, specie per l'ambientazione ben ricostruita e gli sviluppi della trama degni di nota. Molto consigliato!
Recensioni
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Doody, Margaret, Aristotele e il giavellotto fatale, Sellerio , 2000
Doody, Margaret, Aristotele detective, Sellerio , 1999
scheda di De Federicis, L. L'Indice del 2000, n. 12
In una pagina dedicata a scienza e filosofia, e all'interno di una riflessione sul ritorno all'antico e su certi stereotipi e vecchie maniere, Francesco Adorno sul "Sole - 24 Ore" (domenicale del 23 luglio) recensiva l'Aristotele detective parlandone invece assai bene, come di una monografia "solo ora tradotta in italiano dalla Sellerio", anzi "un'operazione consapevole sulla logica di Aristotele" sebbene in forma di (con virgolette) "romanzo giallo". Si tratta in verità di un giallo autentico, già schedato sull'"Indice" di febbraio da Giulia Visintin: un vecchio Giallo Mondadori, il numero 1652, attestato dal catalogo storico fra lo sconosciuto Nathan Gottlieb e un Ed McBain. Alla prima uscita, nel 1980, si presentava alla buona, con i tagli che lo adattavano alla praticità del (rimpianto) periodico. Nessun'eco allora, nessuna notorietà. Passando dalla veste economica della stampa settimanale agli ornamenti dell'editoria sofisticata, il restaurato Aristotele s'è arricchito di due presentazioni, di Beppe Benvenuto ed Emanuele Ronchetti, che hanno raccolto le scarse notizie disponibili sull'autrice: canadese di nascita e accademica di mestiere in varie sedi, fino alla Vanderbilt University (dove ha avuto un suo posto nel sito) e all' ateneo di Notre-Dame nell'Indiana dove attualmente lavora. Poche aggiunte vengono ora dal breve racconto Aristotele e il giavellotto fatale, tradotto in italiano davvero per la prima volta (a quanto se ne sa) con premessa di Benvenuto e nota conclusiva di Luciano Canfora. Si tratterebbe di un'inchiesta basata sulla Fisica del filosofo, mentre la prima era dedicata alla Metafisica e la terza, in corso di pubblicazione, lo è alla Poetica. Così annuncia la quarta di copertina. Ma il lettore arguto non si lascerà intimidire, sapendo che i gialletti di Margaret Doody restano amabili e possono dare, a chi lo apprezza, il lento piacere del ragionamento indiziario.
(L.D.F.)
Doody, Margaret, Aristotele detective, Sellerio , 1999
scheda di Visintin, G. L'Indice del 2000, n. 02
Ancora una volta l'editrice siciliana riprende un titolo dai Gialli Mondadori. Questo era apparso nel 1980 col numero 1652 della serie: introvabile da anni, aveva però saputo guadagnarsi un suo gruppo di lettori, estimatori - come si può già capire dal titolo - della curiosa trasposizione nell'Atene classica degli ancor più classici schemi del romanzo d'investigazione. L'autrice infatti porta a muoversi fra case patrizie e Pireo l'ennesima versione della coppia Holmes-Watson, investendo del ruolo di sapiente/saccente addirittura lo Stagirita, al quale si rivolge il giovane Stefanos, già suo allievo e ora coinvolto in un intrigo di famiglia apparentemente inesplicabile. Nella sua coscienziosa esercitazione - interludio all'insegnamento di inglese e letterature comparate che Doody impartisce presso la Vanderbilt University - l'autrice non ha trascurato nessuno degli ingredienti canonici, insaporendoli con oggetti, usi, termini della vita quotidiana e coi tocchi di colore attribuiti al personaggio di Aristotele, reso conciliante dal recente matrimonio e dal gusto per il vino sorseggiato durante le conversazioni col giovane Stefanos. Quest'ultimo, da parte sua, incarna con convinzione la parte dell'ingenuo seguace. Assistendo a una conferenza di Aristotele sulla commedia Stefanos rinuncia candidamente a prendere appunti e a riferirne nella sua narrazione, tanto le parole del filosofo erano state tutte trascritte e conservate per i posteri: come avrebbe potuto il poverino prevedere Jorge da Burgos e il rogo finale del Nome della rosa?
Giulia Visintin
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