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Un grandissimo sfoggio di abilità registica ma i dialoghi e i personaggi non sono particolarmente interessanti
Magistrale, Una pellicola che permette di viaggiare nel tempo.
Dall'anteprima (trailer) del film: "Una pietra miliare nella storia del cinema; 2000 attori; un unico piano sequenza; 33 stanze del museo Ermitage; 3 orchestre dal vivo; 300 anni di storia russa", "Il più lungo piano sequenza della storia del cinema". Io preferisco definirlo un "docu-film" perché si tratta di un grandioso omaggio a "l'Arca Russa", ovvero all'Ermitage, all'arte in esso custodita e alla storia di cui è stato testimone. Un lavoro coraggioso, quello del regista Sokurov, che, attraverso il suo sguardo e il dialogo/polemica con "l'europeo" Marchese Astolphe de Custine (scrittore e diplomatico realmente esistito), ci accompagna in questo viaggio attraverso l'arte e la storia di questo meraviglioso palazzo. E' interessante notare come il regista, proprio attraverso i dialoghi/diverbi col nobile francese, si faccia in un certo senso portavoce di un atavico sentimento russo: il non sentirsi "europei", il sentirsi "altro", il sentirsi orgogliosamente russi. Un docu-film grondante di magnificenza, splendore e grandiosità. Emblematico il finale: al termine del viaggio tra le sale e la storia del palazzo, il Marchese non vorrà tornare nel mondo esterno; come stregato da cotanta bellezza, decide di restare in quello spazio dove il tempo scorre confinato. La voce narrante, il misterioso personaggio identificabile col regista, appena affacciato fuori dal portone del palazzo, si accorge che questo è sospeso sul mare dell'eternità. Un film probabilmente un po' autoreferenziale, non accessibile a tutti, ma solo ai cultori della settima arte, del bello e della storia. Musiche stupende, costumi e scenografie spettacolari. La tecnica di ripresa è faticosa sia per il regista che per lo sguardo dello spettatore. Il valore oggettivo dell'opera è immenso, ma faccio fatica ad apprezzarlo pienamente come dovrei: il limite è mio.
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