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Non lascia indifferenti.
Questo film è un pugno nello stomaco, ma in senso super positivo! L'ho amato tutto, dall'inizio alla fine. Non è il classico thriller ed è di un'eleganza che lascia senza parole! Consiglio vivamente la visione.
Assolutamente vietato agli emotivamente instabili. No, sul serio, questo film, per dirla in maniera più schietta possibile, è una splendida e toccante coltellata nei reni. Mi sento di iniziare così perché questa pellicola, nonostante la mia iniziale reticenza nei suoi confronti, è riuscita a scavare nella mia testa come un tarlo, incessantemente, per i successivi tre giorni dalla visione: non la considero perfetta ma la ritengo senza dubbio una spietatissima arma in grado di smuovere qualsiasi coscienza che abbia l’accortezza di volerla capire fino in fondo. La pellicola di Tom Ford si presta infatti a numerose interpretazioni e chiavi di lettura, tutte teoricamente condivisibili ma accessibili solo a chi ha davvero la volontà di voler comprendere questo film e di volersi immedesimare, con dolore e fatica, nelle vite dei suoi personaggi. Mi sento quindi di dire, in maniera piuttosto presuntuosa, che “Animali Notturni” non è un film per tutti, non è un canonico thriller e non è nemmeno solo un film sui rapporti umani. “Animali Notturni” è una pellicola personale dove riversare un proprio vissuto e una propria esperienza esistenziale.
Recensioni
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Il più bello e cinematografico è Michael Shannon con lo Stetson in testa, che fa lo sceriffo malato. Ma anche Amy Adams e Jake Gyllenhaal – che si rincorrono nel tempo e nel romanzo che lui, Edward, ha scritto per lei, Susan, a distanza di anni dalla loro storia d’amore – non sono affatto male. Lei intellettuale tradita, lui animale ferito dalla vita, ma soprattutto da se stesso, dalla sua incapacità di reagire.
Per il suo secondo film, Tom Ford pesca storia, intreccio e personaggi da un celebre romanzo di Austin Wright, Tony & Susan, che diventa sullo schermo un ambizioso meta-thriller, dove la realtà e la messa in scena della finzione devono comunicare emozioni e stati d’animo diversi.
Susan (Amy Adams), gallerista di Los Angeles, non ama più quello di cui si occupa, l’arte. A nessuno di noi piace ciò di cui ci occupiamo, le risponde un raffinato critico interpretato da Michael Sheen. Così, anche uno stilista celebre come Ford, magari, si stanca del suo lavoro e viene preso dal desiderio di fare cinema, ora con questo film, meno cool del precedente A Single Man (2009), apparentemente meno personale, ma non per questo meno riuscito.
Susan ha lasciato 19 anni prima il suo vero amore e primo marito, Edward, romantico e debole. Quando riceve le bozze di un libro dedicato a lei, scritto proprio da Edward, davanti ai suoi occhi le pagine del romanzo, che si chiama appunto Animali notturni, diventano un noir ambientato in Texas durante un viaggio notturno. Tutto si fa presto metafora di sentimenti non detti e ambiguità che Edward, che nel libro è Tony (ancora Gyllenhaal), un timido professore, si porterà dietro nella notte di violenza che subirà la sua famiglia quando incontrerà un gruppo di balordi assassini.
Ford gioca sulle ambiguità dei personaggi, sul non detto degli sguardi di Tony, come Edward si autodescrive nel suo romanzo. Ammesso che sia lui il personaggio che Susan pensa di leggere e trasporta dentro il film. Il romanzo nel film funziona da terreno comune dove Susan è obbligata a diventare un corpo unico con Tony e Edward, e la tragedia della famiglia spezzata è la parabola della sconfitta creativa e sentimentale di tutti i personaggi. Come i protagonisti, anche Ford cerca di ridare vita a questi fantasmi facendoli muovere alla ricerca di una vendetta o di una sostanza creativa che ne definisca in maniera meno ambigua i tratti. Perdendosi però nel momento stesso della loro ricomposizione sullo schermo. Voto 4/5
Recensione di Marco Giusti
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