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Disperato: dal latino "senza speranza". Perché ho fatto questo piccolo preambolo? Perché questa trilogia cinematografica, a mio parere, è la trilogia per antonomasia di quella che letteralmente si può definire la "disperazione" dell'uomo moderno. In essa è rappresentato l'uomo, ormai in preda all'angoscia, che, per dirla alla Nietzsche, dopo aver "ucciso Dio" ("La gaia scienza", 125) adesso è solo e privo di ogni speranza. Qual è Il rimedio offertoci da Pietro Germi e Mario Monicelli? Prenderla "alla leggera", farsi una risata, rifugiarsi nella "supercazzola" e nelle "zingarate". Perché se la vita viene presa sul serio, l'uomo moderno rischia di impazzire. Non per nulla nel monologo prima di morire il Perozzi dice: "Che sia per questo, per non sentire il peso di tutto questo che continuo a non prendere nulla sul serio". Concordo pienamente con la bella recensione dello psicologo Roberto Marchesini che ritiene filo conduttore della trilogia, non l'amicizia né la leggerezza, ma la morte: "In fondo uomini avviati verso la fine di una vita senza senso, tra miserie e fallimenti, malattia e vecchiaia; ma colti e intelligenti. Sanno benissimo che il tempo si è fatto breve, che il giudizio di avvicina; e ne sono evidentemente angosciati. La "constatazione del nostro niente". Prosegue Marchesini: "La morte fa capolino qua e là, come uno spiffero gelido: nel primo film muore il Perozzi e si scopre che al Necchi è morto un figlio; il Mascetti diventa invalido a causa di una trombosi alla fine del secondo. L'intero film, in effetti, sembra una ridanciana danza macabra verso la morte, la decomposizione, la rovina". Considero questa trilogia un vero e proprio capolavoro cinematografico del genio di Germi e Monicelli - meno riuscito, a mio avviso, il terzo di Nanni Loy - e non la ritengo semplicemente un'opera "comica", ma soprattutto una profonda rappresentazione della drammatica condizione dell'uomo moderno. Da vedere assolutamente. Per ridere e soprattutto riflettere.
Non regge il confronto coi i due precedenti della saga. Non mancano comunque gag e risate.
Decisamente troppo malinconico vista l'età e la disabilità dei personaggi. Non paragonabile agli altri.
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