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Uno dei più antichi e drammatici esempi della lotta tra illuminazione e oscurantismo che, all'insegna del conflitto tra paganesimo e cristianesimo, culminò con la distruzione della Biblioteca di Alessandria. Un film che suscita dispiacere e rabbia, ma assolutamente da vedere.
Il film narra la vita della filosofa Ipazia, figura storica del terzo secolo d.c. il contesto storico è quello delle lotte di religione, con la protagonista che cerca di salvare la laicità della scienza. Consigliato.
Con l'editto di Milano del 313, Costantino e Licinio stabiliscono nell'impero romano la libertà di culto. Per il cristianesimo inizia un periodo d'oro, fino a diventare religione di Stato nel 380 con l'editto di Tessalonica. I cristiani da perseguitati diventano persecutori, questo il contesto storico in cui nasce Ipazia, matematica, filosofa di Alessandria d'Egitto. Il film ricostruisce in modo mirabile la vita di questa donna, che lotta per far valere i propri diritti di donna e scienziata, e in quanto pagana morirá per mano cristiana. Ecco un ritratto che ne fa Damascio: «di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene attraverso le scienze matematiche a cui era stata introdotta da lui ma, non senza altezza d’animo, si dedicò anche alle altre scienze filosofiche. La donna, gettandosi addosso il mantello e uscendo in mezzo alla città, spiegava pubblicamente a chiunque volesse ascoltarla Platone o Aristotele o le opere di qualsiasi altro filosofo… era pronta e dialettica nei discorsi, accorta e politica nelle azioni, il resto della città a buon diritto la amava e la ossequiava grandemente, e i capi, ogni volta che si prendevano carico delle questioni pubbliche, erano soliti recarsi prima da lei, come continuava ad avvenire anche ad Atene. Infatti, se lo stato reale della filosofia era in completa rovina, invece il suo nome sembrava ancora essere magnifico e degno di ammirazione per coloro che amministravano gli affari più importanti del governo».
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