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«L'Agnese restò sola, stranamente piccola, un mucchio di stracci neri sulla neve».
«L'Agnese va a morire è una delle opere letterarie piú limpide e convincenti che siano uscite dall'esperienza storica e umana della Resistenza. Un documento prezioso per far capire che cosa è stata la Resistenza [...]. Piú esamino la struttura letteraria di questo romanzo e piú la trovo straordinaria. Tutto è sorretto e animato da un'unica volontà, da un'unica presenza, da un unico personaggio [...]. Si ha la sensazione, leggendo, che le Valli di Comacchio, la Romagna, la guerra lontana degli eserciti a poco a poco si riempiano della presenza sempre piú grande, titanica di questa donna. Come se tedeschi e alleati fossero presenze sfocate di un dramma fuori del tempo e tutto si compisse invece all'interno di Agnese, come se lei sola potesse sobbarcarsi il peso, anzi la fatica della guerra [...]». (Sebastiano Vassalli)
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Splendido romanzo che mette in luce l'importante ruolo che hanno avuto le donne nella Resistenza. Al di là del fatto storico, tuttavia, bellissima è la caratterizzazione dei personaggi: sono estremamente vivi, reali, gente comune che tutti abbiamo conosciuto. Il finale, poi, è incredibile: del tutto imprevisto, lascia l'amaro in bocca e allo stesso tempo consente di comprendere com'era la vita a quei tempi: un giorno sei vivo, quello dopo chi lo sa.
Questo libro parla di storie vere realmente accadute da parte dei nostri partigiani durante la seconda guerra mondiale, raccontato da una partigiana che ha conosciuto la protagonista del romanzo ed ha narrato episodi accaduti nella realtà. L’autrice Renata Viganò scrive in modo chiaro e scorrevole e descrive i personaggi con accuratezza. La protagonista, mamma Agnese (come la chiamano affettuosamente i compagni della brigata) è anziana, vedova di un uomo partigiano preso dai tedeschi in un rastrellamento e morto durante il viaggio per la germania. Per Agnese è naturale dedicarsi ai partigiani e diventare staffetta. Nonostante sia una donna rigida e poco incline ai rapporti umani, vi affezionerete al lei, per il suo coraggio e la sua abnegazione. Il libro è bellissimo ed è da leggere assolutamente. La lettura è avvincente e molto descrittiva delle situazioni in cui si trovano i compagni sia in combattimento che nell’inverno lungo, in attesa dell’arrivo degli alleati. I partigiani hanno seguito un ideale di libertà rischiando la propria vita e spesso l’hanno persa e leggere le loro storie é anche un riconoscimento al loro sacrificio. Consiglio vivamente la lettura di questo libro!!!
Questo è un libro celebrato da sempre come uno dei più emblematici e significativi sulla Resistenza, ed in effetti lo è a pieno titolo. Per più di un motivo, ma essenzialmente perché è in primo luogo una precisa testimonianza diretta di quei fatti, quasi una cronaca in presa reale, anziché una storia romanzata. Renata Viganò sa perfettamente di cosa parla, partecipò attivamente alla Resistenza con il nome di battaglia “Contessa”. Tutto quanto sa la scrittrice è brava a renderlo al meglio, con uno stile autentico ed effettivo, talora agile, tal altra scivoloso, spazia con noncuranza dalle aie indiscrete e linguacciute di poderi e fattorie, all’umidore e acquosità di paludi, acquitrini ed argini dove si snoda l’intera vicenda, nella zona del Ravennate e delle valli di Comacchio, sotto il crudele controllo dei nazifascisti. L’Agnese è una comune donna del popolo, una contadina semplice più che rozza, dotata di buon senso pratico e di una sana e corretta etica elementare, basata su semplici regole di rispetto e solidarietà tra pari, molto più che su cultura ed intelligenza. Non è un’eroina, non ha militato nelle file dei partigiani come attiva forza di fuoco della lotta armata, ha per lo più ricoperto incarichi logistici, non meno rischiosi e passabili di fucilazione, di fiancheggiatrice, di vivandiera, di staffetta, facendo sempre al meglio e più delle sue possibilità. Ed è, oltretutto, una donna anziana, una rarità di operativi in questo tipo di racconti bellici, che nemmeno si rende conto di quanto ha fatto, dell’importanza che rivestono le sue azioni. Sempre al fianco dei suoi ragazzi fino all’estremo sacrificio, va esattamente come recita il titolo, di lei resterà solo un mucchio di stracci nella neve sporca: e però verrà pure il disgelo, e quei cenci avranno contribuito anche loro a tessere lo stendardo delle persone libere. Senza, sarebbe un vessillo lacerato in qualche punto.
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