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L'adone - Giambattista Marino - copertina
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L'adone - Giambattista Marino - copertina

Descrizione


«È del poeta il fin la meraviglia», affermava Giovan Battista Marino, e veramente è fonte di meraviglia l'Adone, il maggior manifesto poetico del barocco italiano ed europeo. Nella favola di Adone, antieroe passivo e femmineo, negazione dell'eroe forte e coraggioso, in un divertito e continuo rovesciamento si mescolano e insieme si negano tutti i generi tradizionali, dalla favola mitologica al poema cavalleresco, al romanzo d'avventura. E nell'esile storia del giovinetto amato da Venere e ucciso da un cinghiale si innestano come in un caleidoscopio innumerevoli digressioni e straordinarie prove di virtuosismo poetico. "L'Adone" è un poema che creò da sé le sue regole dettando un nuovo modello alla poesia della sua epoca perché, come affermava l'autore, «la vera regola è saper rompere le regole a tempo e luogo, accomodandosi al costume corrente e al gusto del secolo».
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Dettagli

2018
Tascabile
20 settembre 2018
2362 p., Brossura
9788817105910

Valutazioni e recensioni

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FRANCESCO
Recensioni: 4/5

lungo ma bello da leggere

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Leonardo
Recensioni: 4/5

Un gigante che si regge sui trampoli. Un poema che viene schiacciato dalla propria immensa mole e risulta mero ornamento, non poesia. Opera considerata solo come rappresentante del periodo e dei suoi derivati, ma ormai poco considerata anche in ambito accademico. Personalmente le preferisco il canocchiale aristotelico del Tesauro, anch'esso illeggibile, ma portato ancora di più all'estremo per il vezzo lirico. Complimenti all'editore per questa edizione coraggiosa di un'opera sterminata, le 4 stelle sono per il coraggio. Il Marino non si valuta, sarebbe sciocco.

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Luigi
Recensioni: 5/5

Immenso capolavoro della letteratura italiana. Edizione super consigliata.

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(Napoli 1569-1625) poeta italiano.La vita Figlio di un giureconsulto, fu avviato riluttante agli studi di legge. Frequentò giovanissimo letterati e mecenati; protetto prima dal duca Ascanio Pignatelli, poi dal duca Innigo de Guevara, dal 1592 entrò al servizio di Matteo di Capua, principe di Conca. Fin da allora, la sua più grande aspirazione era quella di vivere all’ombra di un potente sovrano: la corte gli si configurava come un’occasione di fortuna e di avventura e, insieme, come unico spazio che gli consentisse di dar libero sfogo alle sue doti d’artista. Nel 1600 dovette fuggire da Napoli, dopo essere stato imprigionato per falsificazione di bolle vescovili (già due anni prima aveva conosciuto il carcere, forse per aver costretto una ragazza ad abortire). Si trasferì a Roma, dove fu al...

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