Il violinista sul tetto

Il film è un formidabile viaggio nella cultura letteraria e artistica e nello humor degli stetl ebraici della Russia zarista. Si ritrovano, scanditi da ritmi kletzmer e da melodie struggenti dei canti religiosi ispirati all'ebraismo dell'est Europa, i luoghi immortalati da Chagall, l'umanità di Shalom Aleichem (autore del racconto "Tevjie il lattivendolo" da cui è tratto il film) il preludio della distruzione di quel mondo e i dilemmi di un padre, in bilico tra i vincoli della tradizione e il desiderio di libertà.

Siamo nella Russia di fine '800. Un lavoro interessante e notevole, ma pretenzioso e noioso. Una bellissima canzone, insieme a brani pessimi. Si sarebbe dovuto fare di meglio. Comunque il film affronta un argomento rimosso, ma, visto soltanto da una parte, non riconosce all'altra alcuna attenuante. Gli ebrei qui sono soltanto vittime, ed essendo Jewison di origine ebrea, anche se dichiaratamente protestante, non poteva fare a meno d'essere parziale e prolisso.

La storia racconta di una famiglia ebrea povera che vive in un villagio della Russia a cavallo fra il 1800 ed il 1900, padre, madre e due figlie in eta' da marito, da quando le figlie si innamorano a quando si sposano. Termina con un porgrom che li costringe tutti ad emigrare. Un film dalle belle musiche. A mio parere e' l'ultimo film classificabile come "musical" nel senso classico (ante 1965).