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Una donna come le altre che si interroga sul significato di una morale che costringe alla rinuncia di sé, negando all’Umanità la conoscenza completa e il diritto a costruire una propria verità sul mondo.
«Una parabola sull'obbedienza e il contrario dell'obbedienza.» - Antonio Debenedetti, Corriere della Sera.
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Maria è una giovinetta ribelle: le piace correre al fiume, osservare la natura, cercare di riprodurre nell’ordito del telaio la bellezza e il mistero dell’universo. Vorrebbe essere un maschio, imparare a leggere, studiare le sacre scritture e soprattutto allontanarsi da Nazareth, da una famiglia triste e da un destino già scritto. L’incontro con un gigante buono e saggio, molto più vecchio di Lei, le permette di allontanarsi dai genitori. Con Giuseppe stringe un patto: Lui per Lei sarà maestro, non sposo, le insegnerà tutto quello che sa e la preparerà alla vita. La discesa dell’Arcangelo Gabriele che la sceglie come piena di grazia scompiglia le carte e la costringe a scegliere. Libro bellissimo, insolito, particolare. Un inno alla libertà di scelta, al libero arbitrio, alla possibilità di forgiare il proprio destino al di fuori di schemi preconcetti. Un poema, come lo definisce l'autrice nella postfazione, che restituisce spessore, consistenza, personalità ad un personaggio troppo spesso ridotto a figurina, a statua, ad immagine di cartapesta: Maria di Nazareth. “Alle fanciulle non si addice far domande, ma io a tutti quelli che incontro, vorrei chiedere se hanno scelto il loro destino, o se una strada come questa del villaggio li ha inghiottiti senza lotta”.
Sempre originale e mai scontata, davvero molto sorprendente
se si ama barbara alberti si amerà anche questo suo breve scritto. la valutazione positiva non nasce tanto durante la lettura ma nel dopo, nelle sensazioni positive che si provano riflettendo su quanto si è letto.
Recensioni
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