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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2001
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La lotta partigiana ambientata a Milano perde un po' la connotazione di sporca e faticosa guerriglia tipica dei racconti di Fenoglio: come dei travet della Resistenza i personaggi rischiano quotidianamente la vita, ma vivono in incognito in un ambito urbano e sembra soffrano meno fame e freddo rispetto alle brigate sulle colline delle Langhe. Le particolarità formali del testo come le stesse frasi ripetute più volte, i dialoghi a botta e risposta con accenni di surrealismo, gli inserti in corsivo sia onirici, sia di dialogo fra lo scrittore ed il protagonista mi sono sembrati solo degli aspetti esteriori del testo. Il cuore di quanto ci trasmette Vittorini va aldilà della pura contrapposizione concreta fra i due gruppi, anzi sottolinea come forse gli "eroi" della Resistenza potrebbero loro stessi diventare aguzzini spietati e che é riduttivo credere che siano solo gli "altri" capaci di compiere atti atroci. Posto che letterariamente il libro mi é piaciuto, questo messaggio, non banale, ma che accomuna carnefici e vittime, non mi convince: "Noi vogliamo sapere se é nell'uomo quello che noi, di quanto essi fanno, non faremmo". Mi sembra infatti troppo intellettualistico chiedersi se quanto scritto da Hitler sia anche in ognuno di noi, in quanto uomini. Se anche tutti i nazisti fossero stati "in potentia" dei sadici assassini, ma nessuno poi lo fosse stato "in acto", quanti milioni di vite si sarebbero salvate !
Un lucido spaccato della lotta armata antifascista in una Milano che cerca di risollevarsi dalla distruzione provocata dalla guerra. Un romanzo di non facile lettura ma da cui traspare tutta l'umanità dei personaggi e l'eterno dualismo tra bene e male. Una grande opera di Vittorini che merita sicuramente di essere letta!
Care amiche e amici, questo non è un libro d'avventura o sulla Resistenza. Per favore, non chiedetegli questo! "Uomini e no" è un libro tragicamente candido: ci dice che per essere uomini non basta scegliere la parte giusta. E' necessario approfondire i problemi della propria storia, della propria esistenza, e a volte, toccarne le parti più estreme. Elio Vittorini ci ha consegnato un'ineguagliabile lezione estetica ed esistenziale; non mettiamola da parte.
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