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Narratore, commediografo, giornalista, sceneggiatore, critico cinematografico, Ercole Patti è stato uno scrittore poliedrico, già considerato un classico del Novecento.
Luoghi dell'anima e metafora dell'universo, Catania e Roma, i due poli geografici del suo itinerario esistenziale e letterario, popolati da personaggi di accesa sensualità, ci restituiscono il variegato affresco di una stagione irripetibile, dagli anni venti a quelli del dopoguerra, del boom economico, della dolce vita, di cui è stato un protagonista di primo piano (con Brancati, Flaiano, Bartoli, De Feo, Cardarelli). Spaccato di un'intera epoca messo a fuoco grazie a un ricco materiale documentario e fotografico inedito. Dalla sua opera sono stati tratti film di successo («Un bellissimo novembre»), mentre fino a ora sconosciute, perché mai raccolte in volume, erano le cronache della sua lunga attività di critico cinematografico (per quasi un trentennio), inviato speciale ai festival di Cannes, Taormina, Venezia. Dai telefoni bianchi dell'epoca fascista al neorealismo, dal cinema d'autore, d'impegno civile, di polemica, d'inchiesta alla commedia all'italiana, ai gialli, ai vampiri, ai western-spaghetti, alla serie degli 007, ritroviamo i nomi dei maggiori registi, attori, sceneggiatori del tempo, indimenticabili o ingiustamente dimenticati. Con tono divertito, ironico, graffiante, Patti traccia ritratti eccentrici e gustosamente spietati, con una lente d'ingrandimento implacabile, di personaggi mitici di Hollywood come Liz Taylor e Richard Burton.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Opera che merita. Si dovrebbe solo ringraziare la curatrice e La nave di teseo per l'imponente lavoro svolto. 3000 pagine non dovrebbero spaventare nessuno. Giorgio Bassani non ebbe dubbi: uno scrittore di valore. Mettete mano al portafoglio e portatevi a casa le opere di Patti. Senza patteggiamenti. Lo si sfoglia con piacere e resta sempre aperto a tutte le curiosità, i piaceri, le soddisfazioni che solo possono procurare un vero talento
Spero che la pubblicazione dell’opera omnia di Patti contribuisca alla (ri)scoperta di un autore meritevole di essere letto e/o riletto trattandosi di un grande testimone del ‘900. Purtroppo il volumone (oltre 3.000 pagine) risulta poco maneggevole, sarebbe stato meglio suddividerlo in 2 o 3 tomi.
Da tempo le Opere dello scrittore catanese Ercole Patti erano scomparse dagli scaffali delle librerie. Ghiotta è perciò l'occasione offerta dalla casa editrice La nave di Teseo, che nel volume "Ercole Patti, tutte le opere" raccoglie gli scritti dell’autore: racconti, romanzi, cronache di costume, recensioni cinematografiche, testi teatrali. Che peccato, però, avere dedicato a Patti un “vocabolario” di 3360 pagine poco maneggevole da sfogliare e leggere. Ho l'impressione che, paradossalmente, con la pubblicazione dell'Opera omnia del letterato catanese, curata con amore da Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla, Patti, da scrittore dimenticato sia diventato uno scrittore "confinato" in quella linea dei libri-mattone che non vivono come opera singola, come avventura del libro e del pensiero nell'incontro con un lettore.
Recensioni
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Uno, nessuno e centomila. Negli ultimi decenni era diventato nessuno Ercole Patti, dopo essere stato centomila, e tutti di talento, esploratore delle infinite possibilità della scrittura: romanziere, sceneggiatore, commediografo, inviato speciale (conteso dai principali direttori, vende spudoratamente lo stesso pezzo a più testate…), elzevirista e critico cinematografico, autore di prose d’arte, racconti, inarrivabili pezzi di costume, rubriche satiriche sotto pseudonimo, fantastici reportage (per esempio dall’Estremo Oriente), saggista, diarista, assetato di vita. Un classico a pieno titolo, non alla moda, ma con tanti estimatori.
Protagonista della vita letteraria italiana e di quella mondana romana del dopoguerra, Patti, scomparso nel 1976, ha dovuto attendere l’anno del Signore 2019 perché vedesse la luce l’opera omnia, dopo che quasi mezzo secolo fa Bompiani aveva riunito in volume i suoi romanzi. La pubblicazione di Tutte le opere (CXLIV-3.213 pagine, 60 euro) da parte de La Nave di Teseo è un evento, operazione culturale di grandissima caratura, dimostrazione che esistono ancora case editrici vere, come quella fondata da Elisabetta Sgarbi, che pur di pubblicare ciò che ritengono imprescindibile non lesinano sforzi e pubblicazioni a trecentosessanta gradi: La Nave di Teseo stampa i bestseller di Coelho, Faletti e Musso, qualche libro di attori e cantanti, e poi nomi da preservare in barba al mercato. Esempi? Comisso, Makine, Jacobson, Muratori, Binet, italiani e non, di qualità, che mal si addicono alla fretta ma restano nel tempo e nel catalogo. Come questo “mattone” del catanese Patti, classe 1903, che chi ha a cuore la letteratura dovrebbe procurarsi.
Da anni si attendeva l’impeccabile curatela dei coniugi (qui la loro intervista) Sarah Zappulla Muscarà, ordinario di Letteratura italiana a Catania, ed Enzo Zappulla, presidente dell’Istituto di Storia dello spettacolo siciliano, che firmano una prefazione densissima, inquadrando lo scrittore, i suoi libri e il suo tempo, e offrono un’opera con tanti inediti e minuziosi apparati. Mario Andreose, maestro di Elisabetta Sgarbi, aveva anticipato la nascita del volume otto anni fa. Frattanto lo stato maggiore di Bompiani ha dato vita a La Nave di Teseo, e questa mastodontica opera destinata ai Classici Bompiani appare nella collana Le Isole della giovane casa editrice.
È tempo guadagnato quello trascorso col naso tra le pagine di questo libro enorme. Sarà prima di tutto l’occasione per scoprire o riscoprire la produzione narrativa di Patti, sottovalutata, non precoce (pubblicò il primo romanzo a 51 anni), finita nel cono d’ombra di altri autori, sebbene premiata con parecchie riduzioni cinematografiche, oscillante fra la campagna catanese e Roma, i luoghi della sua vita: tra i tic della svogliata e velleitaria borghesia, l’avversione per il fascismo (soggiornò tre mesi a Regina Coeli, probabilmente per non essere stato tenero con un’attrice, concubina di Pavolini), lo smodato eros dei suoi personaggi, la Sicilia non mitizzata e inquieta dell’adolescenza – elegia, non nostalgia – e una sottile linea funebre e onirica, anche nelle pagine più sensuali.
Spiccano poi, vasta chicca del tomo, le recensioni dei film (recensiti senza paraocchi ideologici, scrivendo di meteore e protagonisti, a cominciare da Fellini o dal regista debuttante de «I pugni in tasca», quel Marco Bellocchio ancora oggi protagonista) e le cronache dei festival, da Cannes, da Venezia, da Taormina. Il tono di Patti? Mordace, sornione, elegante.
Recensione di Salvatore Lo Iacono
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