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Una prospettiva interessante quella di Woolf su un tema difficile come la malattia. Ottima la curatela.
Mi spiace non poter valutare meglio Virginia Woolf che e' una delle mie eroine, ma obiettivamente avendo letto saggi come Tre Ghinee e Una Stanza Tutta Per Me, mi aspettavo ben altro. Qualche spunto interessante, ma il rapporto salute/malattia e' troppo spesso banalizzato. Mai analizzato nel profondo come in Svevo per esempio. Il saggio poi e' davvero molto breve. I 3/4 del libro sono commenti e corollari di N. Gardini (che trovo del tutto superflui), e un breve saggio di Lamb che non mi e' piaciuto (molto ampolloso, banale, inutile). Tre stelle solo per l'amore che nutro per la Woolf.
Bellissimo, se vi interessa riflettere sul rapporto tra medicina e letteratura. È una riflessione molto acuta e ponderata sulla relazione tra queste due grandi sfere della nostra cultura - da un lato la medicina, che si occupa del lato clinico delle malattie - e dall'altro la letteratura, che si occupa della trasposizione della vita in parole. Molto bello!
Recensioni
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Queste brutalmente le condizioni della scrittrice quando risponde all'invito di T.S. Eliot di scrivere per il primo numero del "New Criterion". Sono anni cruciali: il saggio di Virginia Woolf si incunea con perfetto tempismo in una fase di trapasso. Non solo per la letteratura. Il saggio tratta del rapporto fra la letteratura appunto e la malattia. In Italia usc8 compreso nella raccolta curata da Nadia Fusini (Saggi Prose Racconti Mondadori 1998) e ora per le cure di Nicola Gardini esce in autonomia accompagnato da un commento e da uno scritto del poeta Charles Lamb cui segue una lunga postfazione ancora di Gardini sull'evoluzione della malattia tra Proust Kafka e Mann fino a Reparto C di SolPenicyn (senza dimenticare i romantici e Leopardi).
Impostazione complessa dunque ma utilissima a comprendere in quale temperie di trame di suggestioni di novità Virginia Woolf fosse andata a cacciarsi. Al saggio alla sua definizione alla caratura tecnica e morale Woolf dedic= molto tempo e pensiero perché era convinta che fosse la forma migliore e la pi· moderna per coniugare l'intelligenza alla scrittura poetica. Per riuscire a "non essere mai te stesso ed esserlo sempre". E infatti queste poche lavoratissime pagine sono la dimostrazione di un processo metodologico. In apparenza sembrano scrive Gardini svianti folli sconnesse: tartarughe scope glaciazioni compassione strumenti musicali û e dentisti aggiungo io come fanno a tenersi insieme? Shakespeare che cosa c'entra con il Choral il pi· antico dei sonniferi? Eccolo qua il metodo il procedere del pensiero. "L'apparente disordine è segreto ordine" ovvero è da una seconda lettura che il lettore apprenderà un preciso schema un sicuro ordine di passaggi. In cui si dimostra che la malattia è stata troppo trascurata dalla letteratura perché il corpo malato è un oggetto misterioso e indescrivibile e perché la lingua inglese non ha messo a punto un vocabolario ad hoc per raccontarlo; il malato quindi è un isolato costretto a occuparsi d'altro û del cielo e dei fiori û che lo mettono in contatto con la natura.
La malattia dunque apre la mente del malato ritagliandolo dal resto del mondo. Dalla "signora Jones che prende il treno dal signor Smith che aggiusta l'automobile" dalle "vacche che vengono condotte alla mungitura" dagli "uomini che graticciano il tetto" dai "cani che abbaiano" dai "corvi che levandosi a rete a rete finiscono sugli olmi" mentre "l'onda della vita si solleva infaticabilmente". Grazie a questa specie di allucinata incertezza in cui la malattia ci fa precipitare i sensi si affinano. "Non pi· soldati nell'esercito degli eretti diventiamo disertori. Loro marciano verso la battaglia. Noi fluttuiamo con i ramoscelli nella corrente; confusi con le foglie morte del prato irresponsabili e disinteressati e capaci forse per la prima volta dopo anni di guardare intorno di guardare su û di guardare per esempio il cielo".
E come in ogni apologo che si rispetti Sulla malattia termina con un romanzo in nuce. L'immagine di Lady Waterford che sente che vedrà il marito per l'ultima volta la mattina in cui verrà ucciso. Rimane la tenda gualcita dalla sua mano "tenda pesante vittoriana forse felpata che lei nella sua angoscia aveva stretto". Un presagio di una pi· grande fine.
Camilla Valletti
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