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Racconta Paolo Diacono che quando i Longobardi giunsero ai confini dell’Italia, nel 568, il loro re Alboino salì su un monte e di lassù contemplò il Paese che gli si apriva davanti come Mosè aveva fatto con la terra promessa. Nel corso dei successivi due secoli, i Longobardi avrebbero creato uno stato forte, ricco e culturalmente avanzato. Di questa epica vicenda storica, dalle remote origini scandinave alla caduta del regno sotto i colpi di Carlo Magno, e dell’antico patrimonio di costumi e leggende della sua gente, ci rimane suggestiva e orgogliosa testimonianza nella Storia dei Longobardi.
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ho preso 30/30 all'esame di Storia Medievale con il prof. Alessandro Barbero e non arriverei mai a dire che Paolo di Warnefrit fosse un nazionalista. Orgoglioso delle sue radici sì, ma anche buon cristiano che non lesina critiche (influenzato in questo dalla propaganda della chiesa da Gregorio Magno in poi) ai suoi antenati, e infine anche funzionario dell'impero di Carlo Magno re dei Franchi e dei Longobardi. Se poi la Frugoni davvero ha detto che quello è il peggiore periodo della storia d'Italia, mi sa che non ha fatto caso a quanto successo nella prima metà del '900. Infine il latino di Paolo è quello di un uomo dell'VIII secolo (il latino classico non si parlava da - mah, 6 secoli?), e faceva così schifo che era anche stato chiamato da Carlo Magno alla Schola Palatina per contribuire a fondare la nuova cultura europea.
Bruno Luiselli, nell'introduzione, e Antonio Zanella, nelle note, cercano di far credere che il dominio longobardo in Italia sia stato una specie di Rinascimento. Ho preso 28/30 all'esame di Storia Medievale a Bologna e se avessi detto una cosa del genere non sarei arrivato neanche al 18/30. Neppure Paolo Diacono, longobardo nazionalista, avrebbe preteso tanto. Si facciano una chiacchierata con la storica Chiara Frugoni, che ha definito questo periodo il peggiore nella storia d'Italia. Aggiungo che il latino di Paolo Diacono è terrificante.
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