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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Vincitore del premio Campiello Opera Prima 2011
Un romanzo travolgente e innovativo, che racconta i nostri continui tentativi di ricostruire, navigando le difficoltà del reale, la nostra identità, alla ricerca dei linguaggi che più ci definiscono.
Settanta acrilico trenta lana è la storia di Camelia, ventitreenne italiana emigrata a Leeds, che dopo aver perso il padre si inabissa con la madre in un silenzio codificato: un linguaggio fatto di sguardi che allo stesso tempo le unisce e le allontana dalla vita. In un inverno gelido che sembra non finire mai, scandito dal rituale di Camelia di mutilare e deturpare abiti per ribellione a un mondo da cui si sente esclusa, il tempo sembra incagliarsi. Ma l’incontro con Wen, un timido negoziante che le insegnerà il cinese, sconvolgerà ogni cosa. Saranno proprio gli ideogrammi cinesi, ponte immaginifico verso nuovi significati e nuove simbologie, a riportare Camelia alla vita.
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Libro con una coerenza tra scrittura e storia narrata che fa pensare a un abito perfettamente cucito addosso da un'abile sarta. È cupo, distorto e viscerale nel raccontare il dolore, metaforico e crudo allo stesso tempo. Ho adorato il giocare col linguaggio: del silenzio, degli sguardi e delle varie lingue, in primis il cinese. Ci gioca con la curiosità di una linguista, che osserva la struttura di una lingua ed è incantata dalla costruzione della parola. A me ha dato tutto ciò, a sorpresa, perché non la conoscevo e ho trovato il libro un po' a caso nella biblioteca comunale. Ora provo a leggere altri suoi romanzi, ma questo è molto consigliato!
Tanta la caratterizzazione dello stile, la particolarità del linguaggio metaforico, la adeguatezza della forma, che non riesco a pensare come l'autrice possa scrivere altri libri dopo questo che sembra già il risultato finale di un processo di formazione lungo anni. Un libro meraviglioso, che descrive in maniera divinamente claustrofobica il senso di sconfitta, la inadeguatezza e la deriva autistica di chi non riesce a comunicare con il mondo perché non vi si riconosce. Follemente luridamente e fastidiosamente bello
Viola Di Grado è un'autentica Scrittrice. Punto. E Settanta acrilico trenta lana è un autentico Romanzo. Punto. In una parola, anzi, in due: GRANDE LETTERATURA. Chi non riesce a comprenderla-apprezzarla, semplicemente, si rivolga altrove (Moccia, Volo, Faletti, ecc.)
Recensioni
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