Seguendo l'Equatore. In viaggio intorno al mondo

Twain non ha bisogno di commenti. Si inizia il libro, si appiccica alle mani e si arriva alla fine in un baleno. Dal treno, dalla groppa di un elefante, da una macchina nel deserto lo scrittore fornisce un punto di vista su realtà diverse e piene di contraddizioni. Lo spirito di osservazione di Twain, in questo caso supportato da sensibilità antropologica e politica assai fine, penetra i contesti nei quali si avventura restituendone i fatti che ne costituiscono l'ossatura. La leggerezza della scrittura non nasconde le profonde contraddizioni, le estreme ingiustizie e le idiosincrasie che caratterizzano quell'epoca ma che, di sicuro, sono anche implacabilmente attuali.

Solo questa citazione vale l'acquisto del libro: "Erano persone meravigliose, questi nativi. Non avrebbero dovuto essere sterminati. Avrebbero dovuto incrociarsi con i bianchi. Ciò avrebbe migliorato questi ultimi, e non avrebbe nociuto in alcun modo ai nativi". (p. 217) Un capolavoro dal mio modesto punto di vista: interessante, emozionante, divertente, sconvolgente. Una prosa di livello capace di avere a che fare con qualsiasi argomento in maniera disinvolta. Fantastiche le pagine sull'India. Un classico della letteratura di viaggio, a pari merito con Kapuscinski, Terzani e Least Heat-Moon.