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Rossovermiglio mi ha ricordato quegli inserti di certi settimanali, in voga sul finire degli anni ottanta. Romanzi a puntate, o feuilleton. Non è propriamente una critica: il libro si legge bene, lo stile è appropriato, la trama non manca di interesse, tuttavia non direi di esserne rimasto affascinato, al contrario di Il rumore del mondo (che, letto due anni fa, definivo libro pieno ed appagante). Diciamo pure che questo è una sorta di editio minor di quello, con cui condivide alcuni elementi della storia: il matrimonio infelice, l’esilio in una tenuta, l’intensa attività artigiana. Lettura breve e piacevole, dunque, ma non intensa.
Molto bella l'ambientazione storica del periodo fascista fino agli anni dopo la guerra,fatta con scrupolosità dall'autrice sia per la descrizione dei costumi dell'epoca che per la morale e il modo di relazionarsi delle persone.Mi ha colpito molto quando la protagonista scappa da Torino dove il suo matrimonio è in crisi perchè il marito ha un amante e si rifugia in Toscana nella tenuta detta "La bandita" vinta dal padre al gioco e intestata al fratello morto poi successivamente in un viaggio in Africa.Questo più che altro diventa un rifugio dal mondo che la circonda,Jole la protagonista del romanzo non ha più fiducia nelle persone e nei sentimenti si chiude in se stessa e reagendo in questo modo non si accorgerà nemmeno di avere trovato dopo la separazione un uomo che veramente l'amava. Lo consiglio vivamente per i contenuti e per la descrizione ben fatta di un pezzo di storia del nostro paese.Una curiosità riguardo al titolo Rossovermiglio che è un vino prodotto alla tenuta "La Bandita".
E' un libro da fredde serate trascorse - per chi può - davanti al caminetto. I personaggi tengono buona compagnia e la storia è intrigante quanto basta per voler arrivare alle ultime pagine. L'autrice conferma un cliché: se vuoi cambiare vita, l'unica soluzione è comprarsi una tenuta immersa nei colli toscani e farci buon vino! E chi non ci ha pensato almeno una volta, sospirando, alzi la mano!
Un libro che mi ha conquistata alla prima pagina. L'ho trovato un vero piacere dal punto di vista della scrittura; interessante la trama, una donna moderna caduta in un matrimonio combinato che non accetta. Bello,ancora di più dopo aver letto il finale,per nulla scontato.
Un meraviglioso romanzo tutto giocato su piani temporali molto lontani tra loro ma che creano una trama perfettamente omogenea dove orientarsi è non solo facile ma estremamente piacevole. Personalmente ho trovato perfetta l'ambientazione negli anni Venti, un po' meno la parte epistolare tra gli avvocati. Magica ed onirica la vita della protagonista nella tenuta senese dove però manca totalmente ogni riferimento alla guerra in corso ed il Plebiscito è trattato a livello di macchietta.... tutto ciò per dare maggior risalto alla vicenda intimista e dolorosa. Romanzo che mi ha molto emozionato e coinvolto. Consiglio di leggerlo.
Ingredienti: una donna irrequieta come un puledro indomito, una storia d'amore che attraversa quasi un secolo di storia italiana, una fuga da Torino alla Toscana alla ricerca della libertà, una scoperta al termine della vita a ribaltare ogni prospettiva. Consigliato: a donne che sanno apprezzare vini e cavalli, a persone che non vogliono accettare un destino imposto da altri.
Un buon romanzo, scritto bene, di godibile lettura. Buona la caratterizzazione dei personaggi. Tuttavia mi pare che nel leggerlo ci sia un po' di confusione nella scansione temporale dei fatti.
Non sono d'accordo con i tanti giudizi entusiasti su questo libro...io non l'ho trovato bello nè tanto meno entusiasmante! Per me una storia lenta e poco coinvolgente... si salva solo il finale...Non consigliato!
La lettura non mi ha preso in maniera particolare, ho trovato difficile capire le ambientazioni, in quanto l'autrice passa dal presente al passato in maniera repentina. La protagonista invece mi e' piaciuta, una donna di carattere anche se fragile nell'accettare i cambiamenti che la vita gli offre. La sua determinazione la porta ad ogni modo a trasformare una vecchia fattoria abbandonata in una moderna azienda vinicola.
Un libro delicato dal ritmo lento, come tutte le cose belle occorre del tempo per apprezzarle, l' ho letto con piacere perché ogni pagina ti fa vivere l'atmosfera di un mondo lontano quando la vita scorreva con altri ritmi e con altri valori, ti fa riflettere sul dramma della mancanza di comunicazione fra persone apparentemente molto vicine, un ottimo lavoro
Mi ha deluso. Sicuramente un libro ben scritto con uno stile elegante e formale ma ho fatto fatica ad arrivare all'ultima pagina. Come Premio Campiello mi aspettavo un po' di più.
di facile lettura, trama interessante in continuo oscillare tra passato presente, tra Siena e Torino, alcuni ricordi della guerra per giungere a capire solo alla fine, del libro e della vita della protagonista, il senso di una vita intera. consigliato.
Ottimo romanzo dal quale ci si lascia facilmente coinvolgere (come non lasciarsi impressionare dai danni che un'educazione all'orgoglio possa fare negli essere umani?) e nel quale nelle vicende di un'aristocratica torinese si rivive la storia dell'Italia del '900. Un particolare molto commovente è che come si muove nel raccontare la vita da anziana anche il racconto si fa disordinato saltando spesso tra presente e passato
una piacevolissima lettura. scoperta un po' per caso ed apprezzatissima. la trama interessa per tutta la durata del libro, senza noie perchè la scorrevolezza è costante; l'ambientazione storica è ben descritta senza mai diventare digressione o prevalere sulle vicenda, ma semplicemente accompagnandola. l'unico 'difetto' è una saltuarietà temporale che in alcuni momenti rende confuso l'intreccio, pur senza danneggiarlo, anche se a tratti nasce il dubbio di una premeditazione relativa al racconto. infine da apprezzare un personaggio femminile emancipato, profondo, sempre capace di guardarsi dentro.
si legge tutto d'un fiato per la stupenda fluidità del modus narrandi ma, allo stesso tempo, si assapora e si centellina come un buon vino d'annata. La sottoscritta aveva già apprezzato e recensito il suo libro più recente, "Sotto cieli noncuranti", e ha voluto fare il percorso al contrario andando quindi a leggere l'opera prima di Benedetta Cibrario, autrice nata a Firenze, cresciuta a Torino e vissuta a lungo in Inghilterra ma la cui "vera residenza, per dedizione e amore della terra, è la Toscana". E me ne sono innamorata sia per la perfetta e affettuosa descrizione dei due luoghi in cui si svolge questa vicenda, Torino e la campagna senese, che per la scelta di situarla lungo quasi un secolo, il Novecento, che la protagonista vive sulla propria pelle nel bene e nel male che, ancora, per l'escamotage di alternare continui flashbacks al fluire della vicenda presente il che non rende agevole, per chi non è uso a questi continui "salti temporali", lo star dietro al susseguirsi degli avvenimenti ma che è, per la sottoscritta, invece, un arricchimento, un "valore aggiunto" alla bellezza del libro. E' una storia tutta al femminile in cui i protagonisti maschili non fanno una gran bella figura, da Trott a Francesco all'avvocato, tanto per citarne alcuni, solo Dino si salva e si capirà solo alla fine il perché: questa donna, fragile e allo stesso tempo coraggiosa, riuscirà a uscire a testa alta da un matrimonio combinato e infelice a Torino, da un conflitto devastante come la seconda guerra mondiale vissuto nella sua fattoria senese, da un amore che credeva fosse quello giusto e che invece avrà un finale squallido e a invecchiare dicendo: "Sì, a volte le fate sono assai svelte nelle loro faccende e gli incantesimi si realizzano in una manciata di secondi; ma per scioglierli, poi, capita che non bastino cent'anni".
Meno peggio di quanto mi aspettassi ma non così buono da vincere un premio così importante.
La fine riscatta l'intero romanzo piuttosto "debole".
Non mi è piaciuto. Arrivi alla fine del libro e dici: "Quindi?" Non si capisce dove l'autrice voglia andare a parare. Non c'è conclusione (e mi starebbe bene anche un finale così aperto) ma non c'è nemmeno storia. Ho fatto fatica ad immedesimarmi con i personaggi che non mi hanno trasmesso nulla eppure il libro è ambientato in un periodo storico assolutamente pieno di cambiamenti. Sarebbe potuto essere, oltre che un romanzo, anche un libro storico se l'autrice avesse sfruttato proprio questi cambiamenti per delineare meglio i caratteri dei protagonisti che stentano ad uscire. In conclusione un libro che mi è rimasto indifferente emotivamente. Non ho dato il minimo perché è ben scritto e perché a me piaciono molto i passaggi temporali tra passato e presente.
Forse con qualche parolone in meno, la lettura sarebbe più scorrevole, ma, nel complesso, la storia risulta interessante anche se a volte l'alternarsi tra il passato e il presente può causare un po' di confusione. Piacevole.
Interessante contenuto, come sempre -per me- quando si narrano storie di uomini e donne, quindi senza trame, essendo trama la biografia dei personaggi: quindi facile annoiare o perdere di intensità. L'autrice è invece riuscita a mantenere sempre alta l'attenzione anche con l'espediente di andare e venire attraversando il tempo e preparando, senza caricare troppo il clima, e quindi facendocelo gustare di più, un finale a sorpresa. Brava e grazie per la piacevole lettura.
Bellissimo, brava! Attendo il prossimo.
Sono un po' combattuta.. la storia non è brutta e alcuni passaggi sono intensi, quasi poetici, ma il racconto di per sè è piatto e soprattutto lo scambio epistolare finale è abbastanza noioso. Credo avrebbe dovuto approfondire maggiormente.. forse sarebbe uscita anche qualche pagina in più di sole 212! Direi che più che di un romanzo si tratta di un racconto.. e a me i racconti sono sempre sembrati bozze di romanzi incompleti!
Mi è piaciuto il linguaggio utilizzato, il modo cui vivevano i sentimenti i blasonati anni 20.. comunque ci si può rispecchiare in una donna che ha fatto scelte difficili, non condivise ma coraggiose ed errori che non sono errori ma "il nostro vissuto"
Letto, ma senza particolare trasporto. Devo ammettere che la prosa della Cibrario è davvero notevole! Lo sfasamento temporale non mi è dispiaciuto, anzi, perchè in questo modo si ha una visione completa della storia solo verso la fine. Ho apprezzato anche la storia che si svolge tra le vie e le piazze di Torino, essendo io torinese mi sembrava quasi di vedere la protagonista aggirarsi fra la città. Il grosso difetto di questo romanzo, secondo me, è che è "asettico", scritto senza passione, alcuni passaggi cruciali sono stati scritti in versione "esercizi di stile". I fatti si succedono misti a qualche aneddoto simpatico ( per esempio, l'arrivo a Torino di Mussolini e le conversazioni con l'avvocato), ma dove sono i sentimenti? Voglio dire: stai raccontando che tradisci tuo marito con un uomo sposato, un po' di brio, un po' di enfasi, mica stai uscendo sul terrazzo a dare l'acqua ai fiori! E anche l'idea della rimpatriata dopo 50 anni... Poco sensata. Non è un romanzo che mi resterà nel cuore, però è stata tutto sommato una lettura piacevole.
Opera scorrevole, ma a volte irritante perchè anacronistica, sia in molti particolari iniziali del racconto e sia per certe descrizioni d'epoca che sembrano un puro esercizio formale. Come irritanti sono le molte frasi e citazioni in francese, soprattutto verso il finale; sembra di stare a lezione di lingue all'università. A volte si ha come l'aria di respirare un forzato "vecchiume", racchiuso nei personaggi e nel periodo storico. La pretesa della protagonista di invitare 50 anni dopo i fatti principali alcuni dei suoi conoscenti all'interno della sua tenuta è completamente priva di ogni logica, reale e letteraria. Per fortuna la Cibrario rivela una buona abilità di romanziera,ma l'arte è altra cosa. Ritengo che sia giusta l'esistenza delle edizioni economiche, inutile spendere una ventina di euro per questa o altre opere anche se premiate.
Giudizio positivo. Se posso dividere il romanzo in tre parti ritengo che la prima e l'ultima siano le meglio riuscite. Comunque secondo me è molto scorrevole e piacevole alla lettura. Io lo consiglierei.
Libro che si lascia leggere con facilità e curiosità. Interessanti i salti temporali che non disorientano i lettori più attenti. Amaro il finale, ma data la caratterizzazione psicologica del personaggio, non poteva essere altrimenti. Lo consiglio a chi ama le letture malinconiche e sognanti e a chi è affezionato a certi spaccati di vita nobiliare di un tempo che fu, che l'autrice ripropone in tutto il loro fascino e le loro convenzioni d'etichetta. Charmant!
Il coraggio del cambiamento e il rompere schemi prestabiliti è ciò che mi colpisce sempre e anche ciò che mi ha affascinato nel suo libro, che mi è stato regalato da mia figlia adolescente con questa commovente dedica: "Ad una mamma che è sangue rosso puro che scorre nelle vene..che è un cuore che batte ogni giorno sempre di più..che è un sorriso che c'è sempre, che non manca mai per me,ad una mamma che E' VITA ad una mamma che E' DONNA.All'unica mia donna.MAMMA! Ti amo immensamente. Sei parte di me, infinita belleza. Tua figlia" JOLANDA
Non mi associo al coro di giudizi positivi su questo libro, in quanto la mia impressione è quella di una scrittura che vuole essere elegante e piena di significati ma rischia solo l'accumulo di aggettivi senza lasciare vere emozioni. La storia del figlio che viene fuori alla fine è quanto di più improbabile ci possa essere.
Inizio un po' banale, infarcito di temi triti e ri-triti, descritti senza originalità. La parte centrale è nettamente superiore e trova il suo punto di forza nella lettera del marito, che contiene il messaggio del romanzo: nulla è come sembra, colui che appare come carnefice può essere vittima, il tempo che passa ci permette di vedere tutto con occhi diversi, più giusti. Il finale è molto improbabile. Ne esce la figura di una donna fredda come moglie, amante, madre ed amica, desiderosa di evadere attraverso le cavalcate e la vinificazione. La forma del romanzo è gradevole, la lettura è scorrevole, infastidiscono un po' i ripetuti salti temporali
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