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sicuramente non è il migliore della Vreeland ma è un libro profondo che si concede pian piano al lettore ed entra timidamente nel sotto pelle...molto bello
quando guardiamo un quadro o un'opera d'arte, stiamo guardando attraverso i secoli...
Opera d’esordio di Susan Vreeland che ha il torto del confronto, per chi come me ha già letto ed apprezzato della stessa autrice ‘La passione di Artemisia’ e ‘La vita moderna’. Se questi ultimi sono due capolavori, ‘La ragazza in blu’, che ha il merito di aver fatto scoprire al grande pubblico questa brava scrittrice, specializzata nell’abbinare la storia dell’arte pittorica con il romanzo, ha invece il difetto di alternare momenti positivi ad altri meno. L’idea in sé è arguta: ripercorrere a ritroso la storia di un quadro attribuibile forse a Vermeer e quella dei vari personaggi che l’hanno posseduto nel corso del tempo. Per arrivare, attraverso episodi e storie diverse, con differenti vicissitudini personali incastonate in momenti storici di grande impatto emotivo: dalla persecuzione degli ebrei, alle streghe, o supposte tali, immolate sui roghi, fino al periodo della sua concezione e realizzazione da parte del celebre pittore. Ogni momento di descrizione ed analisi di un dipinto da parte della Vreeland è prezioso, sorprendentemente chiaro, acuto ed efficace nella sintesi ed anche questo romanzo non fà eccezione, in tal senso. Peccato che non sempre il breve racconto (circa 170 pagine) risulta lucido e convincente, quindi a momenti di notevole intensità narrativa, si succedono o precedono altri meno brillanti. Sono anche certo però che chi leggesse per la prima volta un romanzo di Susan Vreeland potrebbe trovare questo mio giudizio troppo severo.
Recensioni
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«Involontariamente alzò gli occhi per controllare se il quadro era ancora al suo posto.
Poi disse: "Se invece di guardare fuori dalla finestra la ragazza guardasse noi, penserebbe che siamo una coppia invidiabile".
Un'ombra di sorriso illuminò il viso di Digna. "Guarda fin che vuoi, fuori o dentro, e sarai felice di essere quello che sei". Che fosse un'esortazione o una semplice osservazione, Laurens preferì non fare domande né congetture.»
Un girotondo di racconti che si snodano attraverso i secoli attorno a un quadro di Vermeer: La ragazza in blu è l'opera che ha lanciato Susan Vreeland - californiana di origine olandese - della quale in Italia è uscito prima il secondo romanzo, La passione di Artemisia, incentrato sulla figura della pittrice Artemisia Gentileschi.
Questo romanzo a incastro, che segue gli spostamenti del quadro di Vermeer raccontando che cosa l'opera ha rappresentato per le persone che hanno avuto il destino di possederlo, prende avvio ai giorni nostri, quando si scopre che il dipinto è stato trafugato da un nazista in una casa di ebrei deportati; seguendo un percorso a ritroso nel tempo, troviamo il quadro inserito negli ambienti più diversi, che rappresentano emblematicamente le tematiche cruciali delle varie epoche: in un interno borghese ottocentesco ad Amsterdam, il quadro fa presentire l'inizio di una mutata consapevolezza delle donne; in un palazzo aristocratico di fine '700 si celebrano gli ultimi bagliori di una classe corrotta; in una povera fattoria di contadini minacciata dall'inondazione emergono i rischi costanti dell'economia olandese, che ha strappato al mare ogni centimetro di terreno agricolo; all'inizio del '700 il quadro è nelle mani di una ragazza sfortunata impiccata per stregoneria; e si arriva infine nella casa del pittore Johannes Vermeer che, oberato dai debiti e dalle traversie della numerosissima famiglia, entra in crisi e sta per rinunciare alla pittura, finché non lo coglie l'ispirazione di ritrarre la figlia Magdalena alla finestra, avvolta in un grembiule blu.
Il confronto fra i sogni di Magdalena, che posando per il padre ha scoperto una propria vocazione artistica, e la sua triste realtà quotidiana di sposa e madre ancorata a un'esistenza difficile, mostra l'inevitabile distacco tra arte e vita nella scena finale del libro, quando la donna, vedendo per l'ultima volta il suo ritratto a un'asta, va col pensiero a quanti l'avrebbero posseduto e ammirato nel corso dei secoli: «Gente che l'avrebbe osservata da vicino, pensò, che l'avrebbe guardata intensamente, ma che di lei non avrebbe mai saputo nulla».
A cura di Wuz.it
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