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Persone che girano il mondo, con tutte le capacità possibili, e che non sono in grado di comunicare con nessuno in nessuna lingua. Questa mi sembra l’essenza del film, un giornalista deluso della vita scambia l’identità con un trafficante d’armi morto di morte naturale. Assume quell’identità fino alle estreme conseguenze. Forse è un film sulla mancanza di una vera identità. Maria Schneider interpreta un personaggio analogo a quello di Ultimo tango a Parigi, una ragazza disponibile ad afferrare le esperienze che capitano, ma senza una vera ragione. Il film sembra dire che tutto ciò che accade è senza ragione e indifferente. Un bel film che merita di essere visto.
Grandissima interpretazione di Jack Nicholson in un film sulla fuga da sé stessi e dal proprio passato che è sempre presente, anche quando si vorrebbe lasciarlo alle proprie spalle, e sul tema della comunicazione tra le persone. Antonioni si muove sapientemente con la camera tra i silenziosi paesaggi africani e le città della vecchia Europa affollate di solitudini che si sfiorano, raggiungendo lo spettatore senza bisogno di tante parole e con l'eloquenza delle immagini, risultando anche ironico quando serve (la scena del bambino che tira sassi a un anziano pigramente seduto al tramonto che in tutta risposta gli tira improperi ne è un esempio). Bellissimo il piano sequenza finale con il quale si chiude il cerchio.
Il meno brutto film di Antonioni, ma anche il meno bello tra i film del genere su i SOSIA. da sconsigliare per chi è depresso. In altre mani avrebbe potuto reggere il confronto con AL DI Là DEL PONTE, con Steiger.
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