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I ''Pensieri'' sono un insieme di riflessioni filosofiche e religiose, stese sotto forma di appunti, di brevi annotazioni, di battute polemiche e, qualche volta, anche di più ampie trattazioni, che Pascal scrisse a partire del 1658. Non sono solo un grandioso affresco apologetico del cristianesimo. Essi contengono riflessioni acute, spesso impietose, sempre realisticamente aderenti, sull'uomo come è di fatto, nella sua realtà concreta.
Quest'edizione è stata curata da Adriano Bausola, per molti anni docente di Filosofia teoretica all'Università Cattolica di Milano. L'''introduzione'' delinea il quadro culturale in cui nacquero i ''Pensieri'' e il cammino fatto da Pascal fino alla loro composizione. Le ''note al testo'' sono esplicative e non interpretative, tese a chiarire i passi più controversi e difficili. Le ''parole-chiave'' rappresentano un valido e innovativo aiuto per entrare, in profondità ma con immediatezza, nel nucleo filosofico dell'opera. Infine la ''bibliografia'' indica le maggiori edizioni e gli studi più recenti dei ''Pensieri''. Il testo francese a fronte riproduce fedelmente l'edizione critica oggi di riferimento (J. Chevalier, ''Oeuvres complètes'', ''Bibliothèque de la Pléiade''), fondata sul manoscritto originale.
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Coloro i quali hanno avuto modo e capacità critica per poter andare oltre la scorza del pensiero di Pascal avranno percepito un'infinita empatia per uno studioso prematuramente scomparso nonché un senso sconsolante di incompiutezza. Geniale nelle discipline scientifiche - fisica e matematica - profondo nella trattazione delle humanae litterae. Dai frammenti a noi pervenuti sono rilevabili: a) un'apologia della fede cristiana autentica e un'intima devozione personale; b) il necessario intervento della Grazia nella salvezza di un'anima; c) l'inconoscibilità della Grazia divina; d) l'opera di conversione rivolta ai non credenti. Pascal disgiunge fede e ragione, nel senso che la fede è un atto che prescinde dalla ragione e può essere fomentata dal possesso di un cuore puro e rinfocolata da una costante pratica religiosa. In perfetta concomitanza tra vita, studi e speculazioni, tentò di ricercare, e ritrovare, l'infinito avvalendosi delle leggi del finito mediante lo studio del calcolo delle probabilità. Tante le suggestioni per un trattato proficuo per originalità.
I "Pensieri" di Pascal non sono un testo semplice. Intuizioni, polemiche, aforismi, anatemi e qualche trattazione più ampia compongono i frammenti di una mai realizzata apologia del cristianesimo; ma l'autore si concede molto di più: nel volume troviamo riflessioni sulla natura della fede, sull'essenza dell'uomo, sulle contraddizioni di questo essere «teso fra l'infinito e il nulla», sui limiti della ragione e sulla possibilità di altre vie conoscitive (il «cuore» o «sentimento»), così come sulla natura della morale e sul suo rapporto con la legge positiva; vengono poste domande concrete e urgentissime circa la natura della morte e lo scopo dell'esistenza umana, polemizzando apertamente contro chi tenta di eluderle, preferendo abbandonarsi al «divertissement». Certo, l'esito religioso-fideistico delle riflessioni di Pascal potrebbe far storcere il naso a molti, ma non si può non ammirare il coraggio e l'onestà intellettuale del filosofo, deciso ad affrontare di petto tutti gli argomenti atei e anti-cristiani e ad andare fino in fondo nelle tematiche esistenziali. C'è nei "Pensieri" una volontà di spingere la ragione sino al suo limite, così da rendere l'esautoramento della ragione stessa la cosa più ragionevole di tutte. Lettura consigliata, soprattutto se si è interessati alla filosofia esistenzialista.
I "pensieri" rappresentano l'opera incompiuta di pascal che stava lavorando alla realizzazione di un'apologia del cristianesimo.Non bisogna,però,farsi ingannare da questo intento originario perchè la portata dell'opera è veramente universale rivolgendosi ad ogni uomo a prescindere dal suo orientamento religioso. Pascal ci invita a non dimenticare la miseria della nostra natura finita ma d'altro canto ci sprona a non oscurare la vocazione alla grandezza che ci caratterizza. L'unica soluzione ,per lui fattibile, di questo dissidio sta nella conversione a dio, non il dio dei filosofi ma, come dice lui, il Dio di Abramo,Isacco e Giacobbe
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