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Le Opere magiche di Bruno ci mostrano la vera essenza del Bruno ed il nucleo centrale del suo pensiero,giudicato quello più "eretico" e perciò visto come pericoloso dalle autorità ecclesiastiche.Ma il Bruno neppure si preoccupò di tenere celato il proprio disprezzo d'ispirazione libertina per la Chiesa che lo stava giudicando. L'insofferenza della disciplina ecclesiastica e i timori suscitati in lui dai primi sospetti dell' autorità per le sue dottrine filosofiche,lo indussero-nel 1576-a gettare l'abito talare dell'ordine domenicano e a fuggire dall'Italia.Ebbe così inizio un lungo periodo di peregrinazione per l'Europa.Tuttavia,bisogna rilevare che gli anni più fecondi per la sua attività di scrittore furono quelli trascorsi in Inghilterra,1583-1585.La filosofia bruniana, quella dell'infinità dei mondi,giustificata con il celebre argomento che all'infinità della causa deve corrispondere l'infinità dell'effetto.Respinta l'idea della trascendenza,Bruno accoglie però un altro principio fondamentale:quello della coincidentia oppositorum.Egli afferma tuttavia,con ardita coerenza,che questa coincidenza ha luogo non solo in Dio ma nella stessa natura:"se ben misuriamo,veggiamo che la corrozione non è altro che generazione e la generazione non è altro che corrozione;l'amore è un odio,l'odio è un amore".Anche quando cercherà di spiegare il mondo per mezzo degli atomi-monadi,sosterrà che in essi si realizza un intimo nesso tra l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande,tra il minimo e il massimo.Tornando al rapporto Dio-mondo,dobbiamo osservare che si trovano in Bruno non poche concessioni alla trascendenza:tale,per es,il riconoscimento di una mens super omnia,oltre alla "mens insita omnibus".Si tratta però di concessioni poco più che verbali.Sta,comunque,il fatto che la mens, per cui l'animo di Bruno s'ccende d'ardore, è soltanto quella "insita omnibus",raggiungibile mediante la ragione,non quella che starebbe al di sopra di tutte le cose e raggiungibile con la fede.
Opere magiche.Una mirabile raccolta,la summa del pensiero bruniano,ermetico e magico.Ma chi era Bruno? G.Bruno nacque a Nola nel 1548. Quindicenne entró nell'Ordine Benedettino e nel 1572 venne ordinato sacerdote.Nel 1576,dopo aver subito un primo processo per eresia,abbandonó l'abito talare e,lasciata Roma dove si era rifugiato,peregrinó per l'Italia,la Francia e la Svizzera.Proprio a Ginevra aderì al Calvinismo e cominció a frequentare la locale scuola di teologia.Ma,venuto in contrasto con i suoi professori e giudicato dal Concistoro,lasció la Svizzera e si trasferì a Parigi.In tale città EnricoIII lo assunse alle sue dipendenze e lo invió in Inghilterra. Nel 1590 lo troviamo in Francia; poi si trasferì a Venezia in casa Mocenigo:il capo famiglia della casata veneta rimase deluso da quanto il Bruno andava insegnando e lo denunció agli inquisitori veneti, i quali lo consegnarono al Sant'Uffizio.Rimase in prigione per circa sette anni senza mai ritrattare quanto aveva scritto e detto.Alla fine,condannato come "eretico",fu arso vivo nel 1600 nel Campo de'Fiori in Roma.Delle opere di Bruno,le prime edizioni sono molto rare e le Opere magiche rientrano tra queste.Adelphi si merita un riconoscimento da parte di tutti gli appassionati studiosi estimatori del pensiero bruniano per aver fatto delle ristampe in questo secolo(quasi tutte esaurite).Un'opera indispensabile per lo studio dei diversi argomenti di cui il Bruno ha trattato nelle sue opere: dalla mnemotecnica all'esame critico delle teorie di Aristotele, dall'esaltazione del sistema copernicano ai problemi generali di una concezione filosofica dell'Universo.Il neo-platonismo ha influito sul Bruno soprattutto attraverso le opere di Nicolò Cusano.Senonché mentre il Dio di Cusano è un essere che trascende il mondo,quello di Bruno, invece,ne è l'artefice interno,causa e principio di tutti i fenomeni naturali.Da questo radicale mutamento del rapporto Dio-mondo discende tutta l'essenza infinita della filosofia bruniana.
«Il re Enrico III mi fece chiamare un giorno ricercandomi se la memoria che avevo e che professavo era naturale o pur magica;al quale diedi soddisfazione;e con quello che gli dissi e feci provare a lui medesimo conobbe che non era per arte magica ma per scienza. E dopo questo feci stampare un libro de memoria, sotto titolo De umbris idearum, il quale dedicai a Sua Maestà; e con questa occasione mi fece lettor straordinario e provisionato..».Così dichiarava l'ex frate domenicano Giordano Bruno agli inquisitori veneziani della sua opera sulla memoria. Giordano Bruno che esibiva i suoi poteri mnemotecnici di fronte al re Enrico III ricevette in cambio una cattedra universitaria.Poco tempo dopo Bruno finiva sul patibolo, pagando caro le sue teorie e i suoi «segreti» mnemonici. Li aveva esposti(o nascosti, data la difficoltà dei suoi scritti)in molte delle sue Opere magiche.Il suo progetto appare comunque chiaro, almeno nelle sue linee essenziali:trovare un sistema per combinare l'arte classica della memoria con quella geometrizzante di Raimondo Lullo.Ma la prima conseguenza sarà l'uccultazione,spinta agli estremi, sia dell'una che dell'altra.Le immagini per Bruno sono legate a poteri magici e i cerchi assomigliano a quelli usati dai maghi per gli scongiuri.L'organizzazione della psiche dall'alto,attraverso il contatto coi poteri cosmici, viene così perseguito da Bruno con metodi ben più complessi dei teatri della memoria.Alla luce di quest'Opera si inquadrano meglio tutte le opere del Bruno sui principi e le tecniche di memoria magica, seguite da altrettante astruse spiegazioni illustrate con diagrammi, con un sistema di memoria architettonico che sembrerebbe appartenere all'arte mnemotecnica classica. Ma qui la distribuzione dei luoghi è collegata con una geometria magica e il sistema è sempre attivato dall'alto.
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