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Con “Ombre rosse” l'epopea della frontiera assurge al rango di Mito e i tòpoi del genere vengono canonizzati fino alla loro rivisitazione/demolizione ad opera di autori come Peckinpah e Cimino. Il microcosmo angusto e claustrofobico costituito dall’interno di una diligenza ‒ in relazione dialettica ed antinomica con le sconfinate immensità della Monument Valley ‒, abitato da un gruppo eterogeneo di nove personaggi, ciascuno rappresentante di un “tipo” umano e sociale, viene magistralmente rappresentato, in un bianco e nero da antologia, da un grande John Ford, che aveva già al suo attivo più di 90 pellicole e che avvia qui il suo sodalizio con “il Duca” John Wayne. Il regista riserva ai reietti del film (il galeotto, la prostituta, l’ubriacone), gli unici per i quali l’“american dream”, con la sua promessa di redenzione ed ascesa sociale, rimane ancora valido, uno sguardo benevolo ed empatico, che troverà il suo perfezionamento nel happy ending, scontato ma non troppo. Straordinarie le interpretazioni dei caratteristi con Thomas Mitchell a svettare sopra tutti (nello stesso anno, il fatidico 1939, sarà anche Geraldo O’Hara, il padrone di Tara e il padre dell'indimenticabile Rossella di “Via col vento”), John Carradine e il simpaticissimo Andy Devine (oltre 400 titoli al suo attivo) a seguirlo a ruota. La sequenza dell’assalto alla diligenza ad opera degli Apache ci regala un esempio indimenticabile di ritmo cinematografico, movimenti di macchina e montaggio; la fotografia descrive mirabilmente i maestosi paesaggi della Monument Valley. Imperdibile versione in Blu-ray di un capolavoro fondativo del genere western.
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