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Non è facilissimo da leggere, e soprattutto a mio avviso è indispensabile leggere prima Romanzo Criminale. Io ho letto entrambi i libri uno dopo l altro e posso affermare che questo è un capolavoro assoluto. La scrittura di De Cataldo e’ un po’ ruvida, a tratti appare grezza, ma in realtà man mano che si va avanti si comprende che e’ il suo stile. Tra l altro questa e’ la versione romanzata di fatti realmente accaduti e l autore riesce a tenerti incollato soprattutto grazie all immensa capacità di caratterizzazione dei vari personaggi. Consigliatissimo
De Cataldo ci aveva abituato a molto meglio. Ma capisco che romanzo criminale è irripetibile. Forse sbagliato riprendere le fila e gli intrecci. Senza infamia e senza lode
realta' o finzione narrativa? Il dubbio pirandelliano qui si risolve, ahime', a favore della prima xke' E'TUTTO DRAMMATICAMENTE VERO! Ampiamente documentato!!! De Cataldo non e' Ellroy (irraggiungibile) xo' sa scrivere ed e' uno dei pochi che se non altro chiama le cose con il loro nome (a differenza del Fogli di "Tempo Infranto"...), che prova a farci capire cosa e' successo in Italia negli utlimi 30-40 anni. Certo "Romanzo Criminale" aveva altro spessore, una tensione costante derivata anche dal soggetto piu' interessante (anche Placido ne ha fatto un film meraviglioso)...ma non sempre si puo' raggiungere la perfezione... P.S.non sono solito commentare i giudizi degli altri lettori (ciascuno e' x fortuna libero di dire la propria senza censure)xo' in qst caso faccio un'eccezione: non capisco proprio tutte le critiche ultra negative che sono piovute e soprattutto mi da molto fastidio l'invito a non comprarlo...perche' questo livore?
Recensioni
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Un prologo mozzafiato ci introduce a questo nuovo romanzo di Giancarlo De Cataldo, una storia che comincia dove Romanzo criminale ci aveva lasciati: siamo in un casolare, nel cuore della campagna casertana, nell'estate dell'82. Assistiamo a un regolamento di conti che non concede scampo a Settecorone, un uomo del clan di don Raffaele Cutolo. Protagonista è Stalin Rossetti, uomo ambiguo e ex agente dei servizi segreti prima della caduta del Muro. In quella situazione, tra la vita e la morte, Rossetti incontra Pino Marino, un ragazzo, un "combattente nato". E da quel momento lo arruola tra i suoi. La scena del romanzo poi si sposta, a dieci anni dopo: autunno 1992, l'anno nero e convulso di un'Italia sconvolta dagli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino, nel quale Cosa Nostra ha alzato il tiro. E' crollato il Muro di Berlino e la politica è in fermento dopo la rivoluzione di mani pulite: c'è da riempire il vuoto di potere lasciato dal vecchio sistema dei partiti, e bisogna farlo alla svelta. Compaiono una serie di eroi negativi, e tante microstorie si intrecciano sulla scena di questo dramma collettivo: ci sono le "mattanze" e gli "ammazzamenti" di 'u zu' Cosimo, il capomafia cinico, spregiudicato e paziente che si muove in una Sicilia spettrale; c'è Nicola Scialoja, che ricopre il ruolo di cardine segreto tra Stato e criminalità organizzata, con il difficile compito di scendere a patti con la mafia. Con lui lavorano il carabiniere Camporesi e l'affascinante Patrizia, che però fa il doppio gioco e ha una relazione con Stalin Rossetti, il quale a sua volta stringe rapporti con Angelino Lo Mastro, un boss siciliano in ascesa.
De Cataldo non dimentica nessuno degli ingredienti per condire al meglio questa sua nuova, fantastica spy story: faccendieri, mafiosi, i contatti e i contratti tra lobbies di affaristi e l'alta politica, una serie di intrighi fantapolitici tra ex appartenenti a Gladio, ex senatori del Pci, giornalisti che da sinistra si riciclano a destra, industriali che ricordano i condottieri della Prima Repubblica e uomini della finanza. Ne emerge il ritratto a tinte fosche di un paese fondato sul ricatto e sulla violenza, in una storia sospesa tra misteri e passione, una metafora dell'Italia reale che, alla fine della lettura, pone una domanda (implicita nel titolo): dopo mani pulite, e il crollo della Dc, chi riconsegnerà l'Italia nelle mani giuste?
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