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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2012
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J. A. Lindqvist è uno degli autori contemporanei europei più prolifici e brillanti. Tralasciando il magnifico Lasciami entrare, qui colleziona una serie di racconti orrorifici, solitari, dolenti come solo gli scandinavi certe volte sanno essere. Oltre il simpatico 'sequel' di Lasciami entrare, segnalo il racconto La supplente, piccolo gioiello horror-weird che gioca sulla percezione del lettore. Immancabile.
Di questo autore ho già letto "lasciami entrare" e "musica dalla spiaggia del paradiso". Il primo mi aveva favorevolmente impressionato forse anche perché era il primo romanzo horror che leggevo, tanto che ho visto anche il film che naturalmente mi ha deluso. Il secondo, pur affascinandomi, ho fatto fatica a terminarlo. Questo, pur essendo ben scritto e contenendo dei racconti coinvolgenti, mi ha fatto capire che l'horror e la fantasia sfrenata non sono il mio genere. Mi sono accorto tardi che il libro è una raccolta di racconti più o meno brevi. Mi ha ricordato certi scritti di Poe.
Ciò che accomuna gli undici racconti è la solitudine dei personaggi; anche quelli che formano coppie felici hanno pochissimi amici ma fondamentalmente sono soli a gestire i loro fantasmi, a risolvere casi a cui hanno dedicato l'intera vita o trovare finalmente un riscatto dopo tante battaglie perse. Un altro aspetto che mi ha colpito è la professione dei vari personaggi: troviamo il muratore, il controllore dei treni, il bigliettaio alla metropolitana, il negoziante di ferramenta, il maestro d'asilo, la donna delle pulizie. Mi piace questo: finalmente liberi da avvocati di grido, da luminari della medicina, da detective famosi e imbattibili. Gente più che normale troviamo in questi racconti. C'è però una stridente contraddizione: nelle loro letture troviamo Borges, Dostoevskij, Simone Weill, Graham Green, più altri autori scandinavi. Tra i vari personaggi che amano leggere su tutti spicca Dolores, del racconto "Majeken", addetta alle pulizie in pensione che per sua stessa ammissione non è andata oltre le scuole dell'obbligo. Tutto è possibile per carità, forse in Svezia insegnano ad amare e ad apprezzare la letteratura. Non voglio apparire classista o prevenuto ma mi sembra altamente improbabile che Dolores possa fare un'analisi critica raffrontando i personaggi di un romanzo di una giallista come Kerstin Ekman con quelli di un premio nobel come Eyvind Johnson.
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