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Quello descritto è un mondo diverso dove i rapporti sono basati sulla forma più semplice e immediata dei sentimenti. E' un libro che amo soprattutto per quello che rappresenta per me l'autrice, colei che ha illuminato la mia vita con la bellezza della semplicità e con le lezioni di estetica, che sono soprattutto lezioni di vita..
Che libro emozionante Il mistero di Lithian. Si viaggia per terra e per mare si arriva su isole meravigliose, succede sempre qualcosa di inaspettato come in un sogno. Finalmente Gerusalemme che chi ha visto non dimentica e non desidera che tornarci come mi è capitato. Giovanna la protagonista la vorrei come compagna di avventure. Ho trovato questo libro per caso su un treno. Non può essere un caso. Quello che desideravo.
UN ROMANZO DA VIVERE. Giovanna innamorata e pacifista, Samuel riflessivo e malinconico. I 2 personaggi mi hanno coinvolto nelle loro avventure immergendomi completamente nella lettura. Le parole di Abulafia mi hanno fatto riflettere sul significato profondo della vita. Incontri pazzeschi, situazioni inaudite, tanta e tanta fantasia... Bello il messaggio di pace che Giovanna trasmette. Un modo particolare di scrivere, tutto suo, un libro che solo i sognatori possono comprendere! Ho solo 16 anni ma leggendo più volte il libro ne ho capito il senso. Leggetelo per volare oltre i confini del reale perchè è bello ogni tanto rifugiarsi nella fantasia. Bravissima Giovanna!!!
Recensioni
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L'ultimo romanzo di Giovanna Giordano, come i precedenti, appare all'insegna di una scrittura fortemente immaginifica e surreale: legata a un registro magico-fiabesco (alla Saint-Exupéry) e a una prosa lussureggiante, mediterranea, accesa di passioni, sprazzi di lirismi, nonché resa felice da un vero e proprio scialo di metafore. La lingua è un italiano ibridato di siculo (nel solco di D'Arrigo e Camilleri). La storia ha trama alquanto variegata/intricata ma scorrevolissima, che inizia a Katania (sic), in una notte del 2062, quando "le stelle verdi saltavano nel vento" e l'Etna eruttava gagliardo. Lì Giovanna, la protagonista, incontra Samuel, sorta di ebreo errante profugo da una Gerusalemme occupata dai "mamelucchi", il quale vaga per terra e per mare con un chiodo fisso: scoprire il mistero dell'ineffabile Lithian seguendo le indicazioni disseminate qua e là per la Trinacria dal cabalista medioevale Abulafia. Questo il pretesto narrativo per una fiaba per adulti sulla ricerca d'un luogo utopico (dunque di un non luogo) che nello specifico si rivelerà poi essere Gerusalemme: "centro della terra" in quanto città abitata da varie tradizioni religiose, crocevia di culture e metafora dell'opportunità di convivenze inedite, disposte a riconoscere/accettare la diversità. Ma, per giungere alla meta, Giovanna e Samuel (come accade in ogni testo fiabesco) dovranno superare innumerevoli prove e vicissitudini in uno scenario fantasmagorico da Mille e una notte, fra varie isole debitamente vulcaniche, viaggi nel deserto, prigioni, astronavi ed eremiti. Il tutto descritto mediante un ritmo vivace e scoppiettante, anche grazie a innumerevoli dialoghi più o meno stranianti, più o meno pervasi da un'ironia giocosa e dissacratrice. Ancora, questa fiaba di Giordano è insieme racconto d'altri tempi, odierno e futuribile. Non mancano prestiti/citazioni da Omero a Virgilio a Blade Runner, né rimandi d'attualità al conflitto israelo-palestinese, né infine sia pur giocosi scenari fantascientifici; ingredienti narrativi, questi, che fanno del Mistero di Lithian una vera e propria sfilza pirotecnica d'invenzioni romanzesche le quali infiammano il romanzo di meraviglia per un "mondo così bello". Mondo senz'altro pervaso da un vitalismo ottimistico (a onta dei lutti e travagli in cui i due personaggi principali incappano) e animato dalla presenza di una pittoresca fauna e flora dai colori e dagli afrori intensi e/o stordenti.
Francesco Roat
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