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«Un lungo racconto ricco di aneddoti che ci dà il ritratto a tutto tondo di un personaggio straordinario, ma anche della Germania nazista e del suo dopoguerra, dei più grandi scrittori tedeschi, della catastrofe e della rinascita del suo popolo» (Paola Sorge, «La Repubblica»).
paperback 484 9788838918131 Ottimo (Fine).
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Autobiografia che si legge come un romanzo, perché davvero l'Autore ha attraversato tutto il Novecento. Ebreo polacco che si trasferisce da bambino in Germania, che subisce l'ascesa del nazismo e viene deportato nel ghetto di Varsavia, dove sfugge a Treblinka; alla fine della guerra torna nella Polonia comunista per espatriare poi nella Germania federale e diventare a poco a poco uno dei critici letterari più ammirati e temuti. Il filo rosso degli avvenimenti è costituito dall'amore per la letteratura capace di sostenere l'amore per la vita ed è l'autenticità del sentimento provato dall'Autore che rende appassionante la lettura di queste pagine.
"La mia vita" di Marcel Reich-Ranicki, il più noto critico letterario tedesco vivente, è un omaggio alla memoria, alla storia, all'amore per la letteratura.L' autore, ebreo, rievoca la sua vita concentrandosi su un periodo tanto crudele quanto appassionante. Negli anni dell'ascesa al potere di Hitler e del precipitare dell'antisemitismo, Marcel si ritrova a fuggire da Berlino per Varsavia, finendo inevitabilmente nel ghetto. Qui incontra Tosia, qui la sposa ergendola così a protagonista indiscussa, anche se silenziosa, della loro vita. In effetti in un primo momento il libro potrebbe sembrare un'ode alla letteratura tedesca; in realtà il filo conduttore è un grande sentimento che lega due persone che in un momento storico tragico riescono a salvarsi grazie alla forza d'animo, al loro amore, aggrappandosi alla vita con le unghie. Ad alleggerire la tensione del momento storico concorre la scrittura asciutta e serena dell'autore, che, forse per la lontananza del ricordo, riesce a storicizzare il contesto e a farci appassionare a una vita, due vite, vissute pericolosamente, ma intensamente, perennemente circondate dall'orrore di una fine sempre in agguato. Per chi ama la storia e la letteratura, credo che questo libro sia un'occasione imperdibile per rivivere, attraverso i ricordi di Marcel Reich-Ranicki, momenti fondamentali del nostro passato prossimo e per partecipare allo scorrere di due vite vissute fino in fondo, ferocemente unite in un amore che ognuno di noi, a lettura ultimata, invidierà loro.Chapeau!
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
«Che romanzo avrebbe potuto mettere insieme con questa storia!», ha scritto Mario Vargas Llosa della autobiografia del grande critico tedesco, forse il più influente e ascoltato, al suo apparire in Germania accompagnata da controversie e polemiche. E in effetti sono tante le svolte le crisi e le rinascite di una vita attraverso il Novecento, che la materia del romanzo, storia di un uomo e affresco corale di un'epoca contemporaneamente, ci sarebbe stata tutta: ebreo nato in Polonia in una antica città sulla Vistola e trasferitosi a nove anni a Berlino, in seguito al fallimento del padre, studente vide vincere il Nazismo, fu rinchiuso nel Ghetto di Varsavia e sopravvisse con la moglie a Treblinka, tornato in Polonia fu funzionario del partito comunista e lavorò come spia al servizio del governo, fuggì in Germania nel 1958 e qui divenne quello che è oggi: un signore delle lettere, con un diario di incontri da pari a pari, severo e incorruttibile nel giudizio, con tutti i grandi della letteratura mitteleuropea: Brecht, Canetti, i Mann, Frish, Böll, Günter Grass, per ricordarne alcuni. Ma in questa materia romanzesca, Reich-Ranicki si muove senza orrore e senza eccesso, senza autocommiserazione e senza vanità, come se scrivesse di un altro, come se seguisse peripezie il cui esito è sconosciuto al protagonista e quindi anche all'autore. E in questo guardare al fatto nella sua innocenza, in questo sobrio nascondere nel racconto la mano di chi scrive, sta la differenza con la mera biografia e il romanzo c'è tutto. Il romanzo di un uomo nato dalla sua civiltà di parole e subito rapito da due amori: i libri e il mondo germanico, al punto da accettare di entrambi a ciglio asciutto anche la sorprendente, nascosta, barbarie.
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